Direttamente da Bruxelles arrivano delle novità molto importanti per quanto riguarda il “patto di stabilità”. Novità che sono state annunciate direttamente dal commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni
La Commissione Europea annuncia novità importanti per quanto riguarda il “patto di stabilità“. Lo stesso che tenderà ad essere molto più equilibrato ed, allo stesso tempo, efficace. Cosa prevede? Una riduzione del debito decisamente “più graduale” rispetto alla norma in vigore (anche se sospesa) che è stata attuata nel 2020. Gli obiettivi, ovviamente, non sono affatto finiti qui visto che la stessa Commissione tende a puntare sulle “riforme” e gli “investimenti” di cui l’Unione Europea ha forte bisogno. Soprattutto per quanto riguarda il nuovo contesto geopolitico.
La conferma arriva direttamente dal commissario europeo per gli affari interni ed economici, Paolo Gentiloni. Messo da parte il “vecchio” patto di stabilità, ora la Commissione punta decisamente su altro. L’Europa non può continuare a pensare ad una “bassa crescita” e ad un “alto debito”. Nella giornata di ieri, mercoledì 26 aprile, è stata presentata dalla Commissione Europea a Bruxelles la proposta legislativa per riformare il quadro dell’Unione Europea di governance economica. A pochi giorni dal negoziato in Consiglio che ci sarà questo fine settimana a Stoccolma.
Secondo quanto riportato da alcune fonti appartenenti all’Unione Europea, questo dossier non approderà sul tavolo dell’Ecofin. Almeno prima del mese di giugno. L’obiettivo, infatti, è quello di effettuare prima il lavoro tecnico a livello di esperti. La proposta della Commissione non è attualmente in agenda. Delle proposte legislative hanno delle novità importanti. Le stesse che vennero sospese nel marzo del 2020, proprio in piena pandemia Covid-19. In poche parole, gli Stati membri che sforano i tetti del 3% del rapporto deficit/Pil e/o del 60% nel rapporto tra debito pubblico e Pil dovranno rispettare delle traiettorie specifiche di bilancio a medio termine.
Non solo: le stesse devono assicurare un rientro del deficit sotto il 3%. L’ex presidente del Consiglio fa sapere che l’aggiustamento fiscale sarà decisamente “più graduale”. Le novità non sono affatto finite qui: la Commissione deve mettere sul tavolo che facciano trovare d’accordo tutti gli Stati membri. Il percorso di aggiustamento delineato dalla Commissione sarà tagliato su misura per ogni Stato. Per i Paesi con il deficit sopra il 3% del Pil sarà previsto un requisito ‘orizzontale’: un aggiustamento minimo annuo pari allo 0,5% del Pil.