Perché fosse approvata, la risoluzione sullo scostamento di bilancio alla Camera doveva passare con almeno 201 voti a favore e questo non è accaduto. Insorgono le opposizioni, “Siete degli incapaci, Meloni vada subito al Quirinale”, dice in Aula Francesco Silvestri del M5S. “Nessun problema politico, è che i deputati o non sanno o non si rendono conto”, ha dichiarato invece il ministro Giorgetti
“Siete degli incapaci: dite ai percettori di reddito di cittadinanza di andare a lavorare. Ma veniteci voi a lavorare. Il presidente Meloni vada subito al Quirinale a farsi guidare. State creando una instabilità finanziaria che non possiamo permetterci”.
L’onorevole Francesco Silvestri, deputato del M5S in Aula alla Camera, dove la maggioranza oggi pomeriggio è andata sotto sul voto alla risoluzione dello scostamento di bilancio, è tra i più duri e severi. Una bagarre in piena regola. Sì perchè mentre l’aula del Senato aveva approvato con 110 voti favorevoli, 59 contrari e 4 astensioni la risoluzione sul Documento di economia e finanza proposta dai gruppi di maggioranza (FdI, FI, Lega, Civici d’Italia), l’altro ramo del Parlamento viveva momenti a dir poco incandescenti.
Perché venisse approvata, la risoluzione sullo scostamento di bilancio alla Camera doveva passare con almeno 201 voti a favore, obiettivo mancato per sei voti. A favore hanno votato i deputati della maggioranza, si sono astenuti quelli di Pd e M5S mentre contro hanno votato contro quelli di Avs e del Terzo Polo. “La maggioranza ha fallito. Gli italiani non si meritano questo spettacolo indecoroso di questa maggioranza”. Lo ha dichiarato sempre nell’Aula della Camera Chiara Braga, capogruppo del Pd, dopo la bocciatura. “Nessun problema politico, è che i deputati o non sanno o non si rendono conto”, queste invece le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, uscendo dall’aula della Camera. Lo raccontano e descrivono come visibilmente irritato.
Def, maggioranza va sotto alla Camera: opposizioni all’attacco. Convocato CDM
“È inesperienza, non c’è dietro alcun segnale politico”, la pensa così anche Maurizio Lupi (NM), coi i cronisti che in Transatlantico raccolgono le sue parole a commento di quello che l’Aula aveva proco prima decretato. “Con il taglio del numero dei parlamentari il numero dei parlamentari in missione perché impegnati al governo incide maggiormente, specie quando ci sono voti con maggioranze qualificate. Per fortuna il problema si risolve ma occorre convocare un nuovo Consiglio di ministri, che approvi una nuova relazione con un nuovo scostamento diverso anche solo di un euro. Il problema che questo scostamento serviva a tagliare il cuneo fiscale sin da maggio”. “Certo che bisognerà prima sciogliere questo nodo, poi vedere se si può andare. Va sciolto questo nodo”, arriva anche il commento del viceministro dell’Economia Maurizio Leo, riportato dalle agenzie di stampa a chi gli chiedeva se, vista in conseguenza della mancata approvazione, il decreto lavoro fosse a a rischio per il cdm del primo maggio. Poi arriva la notizie della convocazione di un Cdm già nel tardo pomeriggio.
Def, maggioranza sotto alla Camera. Nel centrodestra 25 non partecipano al voto, ecco chi sono
Intanto tornando a quanto accaduto in aula, dei 25 deputati del centrodestra che non hanno partecipato al voto alla Camera sulla risoluzione di maggioranza, 5 appartengono a Fratelli d’Italia, 9 a Forza Italia e 11 alla Lega. A non partecipare al voto per FdI sono stati, nel dettaglio, i deputati: Gianluca Caramanna, Beatriz Colombo, Andrea de Bertoldi, Carlo Maccari e Carmine Raimondo. Per FI: Giovanni Arruzzolo, Deborah Bergamini, Marta Fascina, Raffaele Nevi, Andrea Orsini, Francesco Rubano, Gloria Jotti Saccani, Fabrizio Sala e Luca Squeri. Infine, per la Lega non hanno votato: Antonio Angelucci, Davide Bergamini, Umberto Bossi, Virginio Caparvi, Andrea Giaccone, Elisa Montemagni, Rossano Sasso, Valeria Sudano, Luca Toccalini, Edoardo Ziello e Gianpiero Zinzi.