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Sport

Lutto nell’atletica, addio a Sergio Ottolina: il velocista degli anni ’60

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Cristiano

Un gravissimo lutto ha colpito il mondo dell’atletica: Sergio Ottolina è deceduto. Considerato uno dei più grandi velocisti degli anni ’60

Sergio Ottolina (Foto Facebook) Notizie.com

Una terribile notizia che sconvolge il mondo dell’atletica. Una categoria che perde un pezzo importante come Sergio Ottolina. Quest’ultimo è deceduto nella serata di ieri, venerdì 29 marzo. Stava lottando contro una lunga malattia che non gli ha lasciato scampo. Non ha bisogno di alcun tipo di presentazione visto che stiamo parlando di uno dei primatisti e campioni olimpici nei 200 metri. Non solo: compagno e storico rivale di un certo Livio Berruti. Il 23 novembre dello scorso anno ha compiuto 80 anni. Nato nel 1942 a Lentate sul Seveso (provincia di Monza e Brianza), nel corso della sua carriera ha gareggiato nelle finali dei due Giochi Olimpici.

Quelli di Tokyo nel 1964 e quelli in Città del Messico nel 1968. Per ben due volte si è aggiudicato il titolo di campione italiano dei 100 metri (1963 e 1964). Stesso discorso vale anche per i 200 metri (nel 1964 e 1966). Non è affatto finita qui visto che in molti lo ricordano per aver stabilito un particolare record. In Germania, precisamente sui campi internazionali di Saarbrücken, il 21 giugno 2964 stabilì il record europeo dei 200 metri con il tempo di 20″4. Andando a migliorare quello precedente che (guarda caso) aveva stabilito il suo rivale di sempre, Livio Berruti (20″5) che aveva stabilito alle Olimpiadi del 1960.

Morto Sergio Ottolina, storico rivale e compagno di Livio Berruti

Sergio Ottolina (Foto Facebook) Notizie.com

Una rivalità sempre accesa (solamente nello sport) con lo stesso Berruti. In una intervista che aveva rilasciato al quotidiano “Il Giorno” di sette anni fa raccontò un aneddoto che nessuno, fino ad ora, conosceva. Queste furono le sue parole a riguardo: “Con Livio abbiamo recuperato il rapporto, mi ha telefonato anche di recente e io come sempre mi metto sull’attenti: era il mio capitano”. Proprio in Brianza, nel 1972, ebbe un incidente motociclistico grave.

Tanto è vero che dovette dire addio alla partecipazione dei giochi olimpici di Monaco del 1972. La sua carriera di velocista terminò nel modo peggiore possibile. Se pensate che in casa avesse una bacheca dove collezionava i suoi trofei vi sbagliate di grosso. Nessun trofeo nella sua abitazione. Tanto è vero che ha spiegato anche il perché di questo suo gesto: “Non ho mai tenuto un trofeo ho preferito venderli piuttosto che tenerli in un cassetto. Stetti con una ragazza cinque anni e venne a sapere del mio glorioso passato da atleta solo alla fine“.

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