Il professor Massimo Cacciari sta seguendo con estrema trepidazione questa nuova escalation nella guerra in Ucraina: “Le armi? Le mandi ma poi tratti”
Il drone sul Cremlino, le accuse da una parte e dall’altra, la Russia che se la prende prima con l’Ucraina, poi con gli americani e viceversa. Un botta e risposta che sta facendo salire ancora più la tensione a livello internazionale, l’Italia dal suo punto di vista osserva e continua a inviare armi per tutelare il popolo ucraino, ma quel drone sul Cremlino ha agitato tutti, anche uno come il professore Massimo Cacciari che sulla guerra non si è mai tirato indietro e spiega il suo pensiero a Notizie.com su quanto sta avvenendo nelle ultime ore: “Quel drone e lo scambio di accuse reciproco, soprattutto da parte russa, la vedo come propaganda, solo e unica propaganda e questo sinceramente mi mette anche molta paura perché si va avanti in questo stesso modo da troppo tempo e il timore è che ci sia qualcuno che, al di là di un drone, possa arrivare a fare peggio. Voglio sperare che sia tutto davvero propaganda, che gli ucraini vogliano bombardare mosca, allora si che scoppia la guerra e da questo punto di vista voglio ben sperare che gli americani si guarderanno bene nel consigliare gli ucraini se bombardare la Russia direttamente, ci manca solo quello”.
Per Cacciari, studioso, filosofo e anche politico raffinato e intelligente, l’Europa sta sbagliando “come spesso le capita da qualche anno” il vero obiettivo, anche perché in questa vicenda, sottolinea il professore, l’Europa “è tropo filo atlantista e subalterna agli Usa e questo non va bene”. Cacciari non vuole prendersela con Meloni o con chi c’è stato prima, ma spiega che “al posto di Meloni chiunque farebbe quelle scelte, al di là del pensiero che si possa avere, la differenza la si può fare se provi ad emergere con un pensiero tuo e tenti di portarlo avanti all’interno di un discorso europeo insieme agli altri paesi che fanno parte di questo patto europeo, ma tanto non si fa“.
La preoccupazione del professore Cacciari è dovuta a questo continuo stato d’impasse che si è creato sull’invio delle armi e sulla mancanza di dialogo contestuale che si deve avere non solo con l’Ucraina, ma anche con la Russia. E il professore a Notizie.com spiega il suo pensiero e quello che si dovrebbe fare da mesi ma “che non viene assolutamente fatto”. “Io dico – ha aggiounto Cacciari – va bene l’invio di armi, soprattutto perché ti devi difendere per il fatto che sei stato aggredito, ma al tempo stesso ci deve essere un dialogo aperto, sotto traccia e parlare sia con Ucraina e con Russia, altrimenti tutto è inutile e l’invio di armi in questo modo non è sicuramente cercare la pace”.
Parole che sembrano molto simili a quelle pronunciate dal professor Rovelli durante il concerto del Primo maggio a San Giovanni, ma Cacciari va avanti per la sua strada e a Notizie.com afferma con tono perentorio: “Guardi non so cosa abbia detto il professor Rovelli nello specifico, io credo che le armi le puoi inviare, ma devi tenerti sempre un dialogo aperto con entrambe le parti per trovare e arrivare a un’intesa. Si è sempre fatto così, anche durante la seconda guerra mondiale, si tratta sempre e comunque. Perfino con un pazzo come Hitler si era tenuto un canale sempre aperto di trattativa fino all’ultimo anno, poi non è andato, ma il dialogo c’era, si provava. Qui non c’è nulla e questo non porta a niente anzi a una cosa la porta e non è bella, ovvero a una guerra”