‘Kit del suicidio’, un altro caso nel nostro Paese: avviate immediatamente le indagini da parte dei carabinieri che vogliono continuare a vederci chiaro
La morte al costo di 350 euro. Una dose letale di 20 mg. Questo è il valore per porre fine alla vita nel caso in cui una persone acquisti il “Kit del suicidio“. Così scriveva una persona in una mail inviata ad un “cliente”. Purtroppo, quest’ultimo, venne a mancare il 24 ottobre di due anni fa, dopo che lo stesso aveva deciso di acquistare un farmaco su internet. Questo è quello che arriva direttamente dalla Procura di Roma. A condurre questa indagine il sostituto procuratore Eugenio Albamonte. Quest’ultimo, oramai da qualche mese. è sulle tracce dei responsabili.
Il ragazzo (di origini peruviane) aveva già tentato la strada del suicidio almeno dieci anni prima. In quel caso, però, era stato salvato dai carabinieri che riuscirono ad intervenire in maniera tempestiva. Istigazione al suicidio ed ipotesi di reato. Da un bel po’ di tempo non si avevano più sue notizie. Non usciva più dalla sua abitazione neanche per andare a lavorare come rider. Non solo: non si recava nemmeno alle sedute di psicoterapia. Dopo essersi lasciato con la fidanzata, passava le giornate intere chiuso nella sua camera. Il 5 ottobre del 2021 aveva iniziato a raccogliere informazioni su come togliersi la vita, cercando di mettersi in contatto con i “venditori della morte“.
Per ottenere quella sostanza letale, tra costi di spedizione ed altro, ha speso 460 euro. Ancora sotto shock la madre che fa ancora fatica a credere che suo figlio sia passato a miglior vita, nella peggiore maniera possibile. Ai carabinieri, durante l’interrogatorio, aveva raccontato che lo aveva visto particolarmente agitato un giorno. Soprattutto quando arrivò un pacco. I genitori, dopo avergli chiesto di cosa si trattasse, rivelarono che si trattava di un pezzo di ricambio del suo scooter. Ed invece non era affatto così visto che, all’interno di ciò, era presenti le dosi letali per togliersi la vita.
Questo è quello che ha raccontato il quotidiano “La Repubblica”. Fino a quando il suo corpo è stato ritrovato, senza vita, sulla terrazza della sua abitazione (situata in zona Re di Roma). Come riportato giorni fa l’inventore di questo “kit del suicidio” proveniva dal Canada. Precisamente da Toronto. Le forze dell’ordine locali sono riuscite a rintracciarlo e ad arrestarlo. Aveva venduto più di 1.000 kit in diversi Paesi. Tra questi anche l’Italia. In particolar modo a: Roma, Milano, Napoli, Monza, Lecco, Caserta, Bologna, Trento e Pavia. Si tratta di Kenneth Law, 57 anni, sedicente chef, accusato di istigazione al suicidio.