Covid, Zaia fa chiarezza: “Il virus è finito, il post no!”

Covid, il governatore della regione Veneto, Luca Zaia, ha rilasciato una intervista al ‘Corriere della Sera’. Al noto quotidiano ha trattato argomenti molto importanti 

Intervista al Corriere della Sera
Il presidente della Regione, Luca Zaia (Ansa Foto) Notizie.com

Pochi giorni fa l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha annunciato che il Covid non può essere più considerato una emergenza globale. Dopo più di tre anni, quindi, si cerca di tornare alla normalità. Anche se, comunque, il contagio del virus è ancora in circolazione. In merito a questo argomento ha voluto ribadire il proprio pensiero Luca Zaia. L’attuale governatore della regione Veneto ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘. Proprio sul Covid ci ha tenuto a precisare che è finito, ma il post continua. Quindi, invita tutti a fare molta attenzione e ad essere prudenti.

Anche perché, lo stesso Zaia, ha fatto sapere che bisogna ritrovare la “pacificazione sociale“. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “I toni aggressivi non accennano ad abbassarsi. Si continua a far credere che i morti siano morti per l’incapacità di qualcuno, magari dei decisori politici e che c’era chi aveva capito tutto, ma non è stato ascoltato. Mi viene in mente quel video su internet: il centro di Tokyo, Sidney, New York e altre Capitali. Tutte le città del mondo deserte. E 20 milioni di morti. Mi colpisce che di questo non si voglia prendere atto. Mi colpisce questa rimozione“.

Covid, Zaia: “La storia deve essere più trasparente possibile”

Intervista al Corriere della Sera
Il presidente della Regione, Luca Zaia (Ansa Foto) Notizie.com

Il governatore ha continuato dicendo: “Bisogna fare molta attenzione. Sono del parere che la storia del Covid debba essere la più trasparente possibile. E rispettosa nei confronti di tutti: operatori, ammalati, familiari degli scomparsi. Di più: sono convinto che sia indispensabile un approfondimento sia sul cosiddetto ‘long Covid’ che su eventuali reazioni avverse ai vaccini. Per contro, non è che se una persona muore d’infarto la colpa è d’ufficio del vaccino“.

In conclusione Zaia ribadisce il proprio pensiero che, a distanza di moltissimo tempo, non è per nulla cambiato: “Non possiamo nemmeno pensare che tutto questo passi dai tribunali. Il tribunale deve perseguire i reati, certo. Ma non bisogna giudicare sulle scelte degli amministratori“.

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