La vicenda di Francesca ha aperto il dibattito sui social tra chi si è schierato dalla sua parte e chi invece sta con l’azienda. Al centro della discussione ci sono il rispetto delle differenze e l’inclusione sociale, anche in ambito lavorativo
Una giovane commessa di Granarolo dell’Emilia ha deciso di denunciare la sua ex azienda per discriminazione dopo essere stata licenziata a causa del colore dei suoi capelli. Francesca Sparacino, 24 anni, aveva trovato lavoro in un negozio di abbigliamento all’interno di un centro commerciale a Casalecchio (Bologna). Tuttavia, dopo aver ricevuto una lettera di licenziamento, ha scoperto che il motivo era il colore dei suoi capelli, giudicato “troppo acceso” dalla sua capo-area.
Secondo quanto riportato dalla stessa Francesca sui social media, il giorno dell’assunzione le era stato chiesto di scurire i capelli perché quelli fucsia che aveva non erano accettabili. In seguito, la giovane ha scelto un colore ciclamino per ottenere il lavoro in prova. Tuttavia, dopo alcuni lavaggi, il colore si è schiarito, e Francesca è tornata dal parrucchiere per chiedere un rosa tenue. Il risultato finale, però, è stato un colore melanzana, che la giovane aveva concordato con il suo parrucchiere. La ragazza era convinta che il colore dei suoi capelli non sarebbe stato un problema, poiché le era stato richiesto di scurirli in un primo momento.
La posizione dell’azienda
Tuttavia, dopo una discussione con la sua capo-area, la giovane ha ricevuto una lettera di licenziamento. In seguito, ha chiesto all’azienda una tavolozza di colori approvati, ma non è stata fornita nessuna risposta. La società, tuttavia, nega che il licenziamento sia stato motivato dal colore dei capelli. In una nota, la catena del negozio di abbigliamento ha spiegato che l’interruzione del rapporto di lavoro è stato deciso sulla base di un giudizio complessivo della giovane, che era ancora in prova.
La vicenda ha suscitato reazioni contrastanti sui social media. Molti utenti hanno espresso solidarietà nei confronti di Francesca, sottolineando che la discriminazione basata sul colore dei capelli è ingiusta e inaccettabile.
Altri, invece, hanno sostenuto l’azienda, affermando che la ragazza avrebbe dovuto rispettare le regole del posto di lavoro. Tuttavia, è importante ricordare che la discriminazione basata sul colore dei capelli non è prevista dalla legge italiana. Secondo la Costituzione, infatti, tutte le persone devono essere trattate con eguaglianza, senza alcuna discriminazione basata sulla razza, la religione, il sesso o qualsiasi altro fattore. Inoltre, l’articolo 7 del codice civile vieta qualsiasi forma di discriminazione nell’ambito del lavoro.