La comunità Europea dà i soldi all’Italia per ricollocare 3 milioni di persone di senza lavoro, per 800 mila serve un corso, ma ne sono partiti pochi
Soldi, tanti soldi per rimettere in circolo qualcosa in Italia sul lavoro, ma niente, sono bloccati e il motivo ancora non è molto chiaro. Di sucro tra fondi europei e risorse strutturali delle varie Regioni ci sono a disposizione ben 4,9 miliardi di euro con una piccola ma importante regola dalla quale non si può derogare per nessuno motivo: questi soldi si possono spendere, ma entro e non oltre il 2025. Ossia entro due anni scarsi, altrimenti tornano da dove sono venuti. Non solo. Di corsi di formazione ne sono partiti pochi, pare un centinaio scarsi. Corsi che servirebbero per dare il via alle politiche attive del programma Garanzia per l’occupabilità lavorativa (Gol). Un nome tutto un programma, ma se si continua su questa base, non si andrà da nessuna parte.
Con lo stop al Reddito di cittadinanza o comunque la sua rivisitazione per come era ed è strutturato, ma anche la parziale sostituzione della nuova indennità, il Sostegno per la formazione e il lavoro, chi cerca posti potrebbe fare nuovi percorsi e nuovi indirizzi per ritrovare il lavoro. Un vero peccato e se qualcuno non si dà una mossa si rischia davvero di fare una bruttissima figura a livello internazionale. Una montagna di soldi che potrebbe essere sprecata e non più ricollocata. Sono in tutto 4,4 i miliardi di euro per aiutare i disoccupati a riqualificarsi e a trovare lavoro, a questi si devono aggiungere 500 milioni di euro dei fondi del React Eu. Finanziamenti europei, che passano per la maggior parte per le Regioni italiane.
Se si resta ai numeri queste risorse dovrebbero aiutare 3 milioni di disoccupazioni a trovare un lavoro con le politiche Gol (Garanzia per l’occupabilità lavorativa). Ma, come si diceva, per ora di corsi veri e propri se ne sono visti ben pochi. La questione è divenuta ancora più urgente dopo la riforma del Reddito di cittadinanza, e successivamente con il via al decreto “Lavoro” .
Da valutare che dei 3 milioni di disoccupati, 615mila lavoratori occupabili tra i 18 e i 59 anni percepiscono il sostegno del Reddito di cittadinanza e anche qui bisogna intervenire alla svelta perché tra poco cambierà ogni cosa, soprattutto i criteri di assegnazione. E di questi 615.000 lavoratori occupabili a partire da settembre avranno un anno di tempo per trovare nuovi posto di lavoro attraverso nuovi corsi di formazione. Ovviamente tutto questo entro il 2025, altrimenti saluti e baci ai 4,9 miliardi di euro dall’Europa. E sarebbe un grave peccato.