Questione nomine, le dimissioni di Fuertes e ovviamente gli incontri di domani a Palazzo Chigi sul dossier riforme. “Non accetterò atteggiamenti aventiniani”, lo ha dichiarato il premier Meloni rispondendo ai giornalisti da Ancona, dove è intervenuta per l’iniziativa elettorale a sostegno del candidato sindaco del centrodestra, Daniele Silvetti
Presidenzialismo o premierato. Il dossier sulla riforma costituzionale sara’ esaminato domani durante l’atteso incontro tra il governo e le forze di opposizione convocato dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni a Montecitorio.
Si parte alle 12.30 con il confronto con il Movimento 5 stelle. Alle 14 sara’ la volta del Gruppo per le Autonomie e componente Minoranze linguistiche. A seguire, alle 15,15 tocchera’ al Gruppo Azione – Italia viva – Renew Europe, alle 16,15 alla delegazione di +Europa e alle 17,30 a quella di Alleanza verdi e Sinistra. Alle 18.30 l’incontro con il Gruppo del Partito Democratico, con il faccia a faccia tra la presidente del Consiglio e la segretaria dem Elly Schlein.
Del governo, con Meloni, faranno parte i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati; il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e il costituzionalista Francesco Saverio Marini. Il presidenzialismo alla francese e’ da tempo uno dei punti programmatici di FdI e del centrodestra, ipotesi che potrebbe trovare la ‘sponda’ dei centristi di Azione e Italia viva, pur con le dovute differenze e divisioni al loro interno. I dem andranno all’incontro con una proposta che parte da alcuni punti fermi: no all’elezione diretta del presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica. Apertura, invece, all’ipotesi di cancellierato, con un pacchetto di norme che comprende anche la sfiducia costruttiva, anche i pentastellati hanno risposto si’ alla ‘chiamata’ di Meloni e Giuseppe Conte, che sara’ presente all’incontro.
Per + Europa, il segretario Riccardo Magi conferma il si’ “a interventi che aumentino la stabilita’ dei governi, senza stravolgere la nostra Costituzione”. Carlo Calenda e Matteo Renzi ribadiscono le proposte che porteranno al tavolo. “Siamo d’accordo sull’idea del premierato e sull’idea di superare un bicameralismo che non funziona piu’. Sul presidenzialismo non siamo d’accordo”. “L’atteggiamento che mi aspetto e’ lo stesso che offro io: e’ di apertura. Cerchiamo di capire se ci sono dei punti di sintesi in cui ci si puo’ trovare tutti. Certo da alcune dichiarazioni che leggo vedo delle chiusure pregiudiziali del tipo non vogliamo nemmeno parlarne e non e’ quello che auspico”. Sono arrivate a tarda serata da Ancona, le parole di Giorgia Meloni, in risposta ai giornalisti che l’aspettavano a margine della iniziativa elettorale a sostegno del candidato sindaco del centrodestra, Daniele Silvetti.
“Dopodiche’ io non arrivo con la mia ricetta o un modello ma con degli obiettivi: per me sono garantire un rapporto diretto tra cittadini e quello che fa il governo e i cittadini e garantire stabilita’. Si possono copiare altri modelli o inventarne di nuovi, ma quel che conta e condividerli altrimenti uno prende atto che si vuole continuare a fare governi che passano sulla testa dei cittadini ma sia chiaro io ho un mandato. Io offro massima disponibilita’ se c’e’ disponibilita’, ma non accetto atteggiamenti aventiniani o dilatori, nel senso che faccio quel che devo fare”. Il presidente del Consiglio ha inoltre aggiunto: “Vorrei fare una riforma il piu’ possibile condivisa ma la faccio perche’ il mandato l’ho ricevuto dal popolo italiano“. L’appuntamento di Ancona, è stato anche l’occasione per tornare anche sullo scontro, o meglio l’attacco sferrato dal primo ministro francese all’Italia e al governo sul tema immigrazione. Ecco cosa ha detto Giorgia Meloni in proposito: “Io avevo parlato con Macron il giorno prima, dopo di che se le devo dire come la vedo perche’ mi sembra tutto abbastanza discrasico tra le interlocuzioni private e quelle pubbliche, a me pare che sia piu’ un tema di politica interna dei francesi pero’ consiglio prudenza sul fatto di utilizzare altri governi per regolare i conti della politica interna, perche’ e’ una cosa che normalmente non si fa“.
Infine questione Carlo Fuortes: “”Le opposizioni fanno il loro lavoro e per carita’ non le discuto, ma la scelta di dimettersi l’ha presa lui, non e’ una scelta che gli ha imposto nessuno. Non mi risulta abbia ricevuto pressioni, lui ha detto che ha problemi nel consiglio d’amministrazione“.