Renzi, che assist alla Meloni: “Premierato? Noi ci siamo”

Il numero uno di ‘Italia Viva’, Matteo Renzi, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa” dove si è soffermato su vari argomenti importanti 

Intervista al quotidiano "La Stampa"
Il leader di ‘Italia Viva’, Matteo Renzi (Ansa Foto) Notizie.com

Da Matteo Renzi arriva un inaspettato assist nei confronti della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il direttore del quotidiano “Il Riformista” ha rilasciato una intervista ai “colleghi” de “La Stampa“. Nel corso dell’intervista si è soffermato molto sul premierato. Una idea che non dispiace affatto al numero uno di “Italia Viva“. “Noi saremo corretti con voi a differenza di quanto fece la destra con le nostre riforme”. A distanza di sette anni dal flop in merito alla sua riforma costituzionale (bocciata dal referendum), l’ex premier ha fatto sapere di essere molto coerente con la propria storia e che il ruolo del premier non delegittima il presidente della Repubblica.

L’idea del suo partito non cambia di una virgola: “Sindaco d’Italia e superamento del bicameralismo”. Non sono finiti gli elogi nei confronti della Meloni: “Fa benissimo a tentare una riforma della Costituzione. Senza dimenticare il taglio delle tasse. Lo dicevamo quando eravamo al governo, lo diciamo ora all’opposizione”. Precisando però: “E’ ovvio che preferisco discutere del bicameralismo anziché dei rave party, dell’elezione diretta del premier anziché del Pos. Cose importanti ne abbiamo viste poche in questi primi mesi“.

Renzi: “Favorevoli all’elezione del premier. Democrazia in crisi

Intervista al quotidiano "La Stampa"
Il leader di ‘Italia Viva’, Matteo Renzi (Ansa Foto) Notizie.com

Sulla elezione del premier si è dichiarato fin troppo favorevole. Sulla Democrazia ci ha tenuto a precisare che è in crisi. Il suo consiglio è quello di stabilire un rapporto diretto che riguarda il cittadino ed il politico. In merito al posto perso a Palazzo Chigi fa presente: “E’ successo per fare le riforme. Avevo la maggioranza dei voti in Aula. Mi sono dimesso perché ho sempre detto che le riforme costituzionali erano uno strumento fondamentale per la nostra democrazia. Non faremo alla destra ciò che la destra ha fatto a me. Essere riformisti è una vocazione“.

Quando gli è stato chiesto se un premier eletto possa indebolire i poteri del Quirinale fa sapere: “Oggi i poteri del Quirinale sulla carta sono infiniti. Viviamo un semipresidenzialismo potenziale. La controfirma è un obbligo costituzionale. Giorgio Napolitano mi disse che l’unico atto che il premier non doveva controfirmare erano le dimissioni del presidente della Repubblica. Mentre il Quirinale controfirma anche le dimissioni del capo del governo“.

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