La campionessa e il compagno di una vita ancora scioccati per il furto a Notizie.com: “Abbiamo subito una violenza, ma abbiamo ricevuto tanto affetto, il primo a chiamare è stato Malagò, ma tanti altri”
Un furto è sempre una cosa brutta, un violenza che ti resta dentro e ti lacera, se poi a mancare sono cose di valore personale e affettivo è ancora peggio, soprattutto se non si trova più un oggetto di valore mondiale e patrimonio nazionale come una medaglia d’oro olimpica, quella che l’ex campionessa del salto in alto Sara Simeoni ha vinto a Mosca nel 1980. Distrutti dal dolore e dalla costernazione Erminio Azzaro e Sara Simeoni che a Notizie.com spiegano la situazione: “E’ stata una cosa brutta, improvvisa e struggente, la casa non è devastata, ma ci sono tutte cose sottosopra, ma poi quello che manca è una delle cose più importanti della nostra vita, la medaglia d’oro vinta a Mosca nel 1980”.
Distrutta dal dolore, ha pianto parecchio tutta la notte e la mattina perché fino all’ultimo ha provato a cercarla, ma niente Sara e il marito Erminio ancora non ci credono e a Notizie.com raccontano cosa stanno provando: “Si sono portati via tante cose, dai gioielli ad altre cose d’oro, ma di quelle poco ci interessa anzi tenetevele, ma vi preghiamo di riportarci la medaglia di Mosca, non ha alcuna valore dal punto di vista materiale, ve lo assicuro, ha valore enorme e immenso per noi, per me. Su quel pezzo di metallo c’è una vita di sacrifici, sudore, passione e amore“.
“Inizialmente pensavamo si fossero rubati anche le due medaglie d’argento – hanno spiegato Erminio e Sara a Notizie.com -, tanto che le abbiamo inserite nella denuncia fatta ai carabinieri, poi stamattina le abbiamo ritrovate, chissà perché non le hanno prese, ma meno male per noi è troppo importante che ci sia una possibilità di riavere la medaglia d’oro“.
Tante persone si sono fatte vive e sono rimaste colpite dal furto della medaglia a Sara Simeoni: “Ci ha telefonato il mondo, il primo in assoluto questa mattina presto è stato il presidente del Coni Giovanni Malagò che ci ha fatto sentire la vicinanza di tutto lo sport e si è messo a disposizione, ma ce ne sono tanti che ci hanno telefonato e fatto sentire la loro vicinanza. Diciamo che nella tragedia di questa brutta storia, la cosa positiva è l’affetto che si ha travolti da parte di tutta Italia, sportiva e non”