Tragedia nel carcere dove altri due detenuti sono morti: cresce, sempre di più, l’allarme all’interno delle stesse
Non uno ma (purtroppo) due morti nell’ultimo mese che si sono registrati nel carcere di Augusta. Non si tratterebbe affatto del primo episodio nell’ultimo periodo, ma una vicenda che preoccupa e non poco. Due detenuti hanno perso la vita. Entrambi per lo stesso motivo: avevano indetto uno sciopero della fame. Una altro allarme che è stato lanciato da parte dei sindacati. I due detenuti hanno perso la vita nell’istituto penitenziario nel Siracusano. Morti in ospedale per via delle loro condizioni che, nell’ultimo periodo, si erano aggravate sempre di più. A distanza di un mese l’uno dall’altro. Le loro scomparse hanno sconvolto il Sippe che continua a chiedere aiuto.
Secondo quanto riportato da alcune fonti locali pare che, il primo a morire, era un siciliano. Il suo cuore ha smesso di battere per sempre nel mese di aprile. Anche se restano ancora da chiarire i motivi per cui non avrebbe più iniziato a mangiare. Tanto da protestare ogni volta che gli veniva portato il cibo. Mentre l’altra vittima è un russo: aveva tentato, in tutti i modi, di ottenere l’estradizione nel suo Paese di origine. Senza però riuscirci. La segreteria provinciale del Sippe, con una nota, ha voluto lanciare un altro allarme dopo quello dei mesi scorsi.
Tragedia nel carcere di Augusta, due morti a distanza di un mese: è allarme
Come riportato in precedenza il sindacato di Polizia penitenziaria ha voluto emanare una nota in merito a quanto accaduto: “Apprendiamo con rammarico di queste disgrazie che dimostrano come il lavoro del poliziotto penitenziario è unico, delicato e particolare e tale deve essere affrontato, purtroppo non sempre è così”. Basti pensare che lo scorso anno c’è stato un altissimo numero di morti nei carceri. Per quanto riguarda i suicidi ce ne sono stati almeno 84. 200, invece, le morti totali. Numeri terrificanti che fanno riflettere.
In conclusione il Sippe ha continuato la nota in questo modo: “La polizia penitenziaria viene invece ricordata solo quando accadono fatti simili, e non per le condizioni lavorative con cui spesse volte sono costretti ad operare“. Poi l’ulteriore appello (come effettuato più volte in passato): “Come sindacato chiediamo con forza che venga modificato l’articolo 336 del codice penale, prevedendo un aggravante speciale, quindi un inasprimento della pena, per chiunque usa violenza o minaccia il Poliziotto Penitenziario”.