L’analisi riguardo l’abbassamento degli stipendi e del reddito pro capite degli italiani mostra una situazione molto preoccupante
Secondo le stime di Confcommercio e del Censis, il reddito pro capite degli italiani è sceso a livelli inferiori rispetto al 1995. Un trend preoccupante che dimostra come le crisi e le recessioni subite dall’Italia negli ultimi trent’anni abbiano fortemente colpito le prospettive economiche dei cittadini. Nonostante ciò, le famiglie hanno mantenuto un certo livello di protezione grazie ai risparmi accumulati negli anni passati, spesso garantiti dal patto intergenerazionale e dal patrimonio consolidato delle generazioni del boom economico. Tuttavia, il “cuscinetto” rappresentato dai risparmi delle generazioni precedenti non è più sufficiente per tamponare la diminuzione dei redditi e dei consumi.
Infatti, sempre secondo i dati di Confcommercio e Censis, la propensione al consumo e alla spesa è aumentata dal 2019, ma rimane ancora inferiore ai livelli pre-crisi. Nel 2022, gli italiani spendevano in media 800 euro in meno in consumi rispetto al 2007. Questo è indicativo del fatto che una parte crescente dei risparmi delle famiglie è stata utilizzata per coprire le spese inderogabili come beni di prima necessità, servizi essenziali, bollette e affitti. Nonostante gli aiuti pubblici, come le casse integrazioni, i bonus e i tagli alle accise, abbiano creato un effetto sostitutivo, gli italiani hanno comunque subito una diminuzione dei redditi, mentre i consumi non sono ancora stati recuperati.
Ma c’è una nota positiva: Confcommercio e Censis segnalano che, nonostante la diminuzione dei redditi e dei consumi, c’è un recupero della fiducia delle imprese nella ripresa economica e nel superamento dell’inflazione, prevista in calo del 6% nei prossimi mesi. Questo è accompagnato da un boom del numero di occupati, ai massimi storici nonostante le difficoltà. Le famiglie italiane si sentono motivate a “ricostituire un adeguato stock di risparmio per fare fronte al contesto ancora caratterizzato dall’incertezza“.
In quest’ottica, Confcommercio e Censis sostengono l’importanza di una politica dei redditi e del sostegno al ceto medio per difendere le prospettive del Paese. Il governo Meloni sembra andare in questa direzione con la scelta di tagliare il cuneo fiscale ai lavoratori e offrire alle buste paga prospettive di crescita significative. Ciò potrebbe contribuire a colmare il gap trentennale legato alla stagnazione del Paese e alle crisi che si sono susseguite. Nonostante il momento difficile, gli italiani stanno finalmente guardando al futuro con speranza e ottimismo. La diminuzione dei redditi e dei consumi ha spinto le famiglie a programmare in modo più sistematico e a gestire con maggiore attenzione i propri risparmi.