Dopo le elezioni politiche e le regionali, 559 comuni italiani sono chiamati al voto per le Amministrative. Incognita legata all’astensionismo
Mentre è in corso il voto per le comunali si registra il dato parziale dell’affluenza alle ore 19. Ad oltre metà dei rilevamenti dei seggi l’affluenza risulta al 37% circa. Un dato in calo di circa 7 punti visto che alle precedenti consultazioni amministrative alle 19 aveva votato il 44 %
L’affluenza alle ore 19 si attesta al 37,22%. Si tratta di un dato ancora in calo rispetto a cinque anni fa quando era andato a votare oltre il 40%.
“Neanche più l’elezione diretta del sindaco, cioè della persona che si occupa di pulire la strada sotto casa, invoglia i cittadini a recarsi alle urne. Il crollo dell’affluenza registrato alle 12, passata dal 19 al 14%, cioè il 25% in meno di elettori, è un campanello d’allarme su cui un ceto politico meno preoccupato di arraffare potere o di esultare per la cacciata di Fazio dalla Rai, dovrebbe interrogarsi”. A dirlo è Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione. “Chi pensa che tutto si risolva con le riforme istituzionali allora non ha capito un fico secco. È un problema di credibilità della politica, a tutti i livelli: dal più piccolo Consiglio comunale al Parlamento. È la politica nel suo complesso, impoverita nella rappresentanza e misera di idee, che provoca disgusto agli elettori”, aggiunge Napoli.
Dopo cinque ore dall’inizio delle operazioni di voto iniziano ad arrivare i primi dati sull’affluenza sulla base nazionale. La stessa che ha raggiunto il 14,20%. I dati sono in calo: nella precedente tornata elettorale si era arrivati al 19,34%. La Regione con l’affluenza più bassa è la Basilicata, al 12,27%. Più alta, invece, la Liguria con il 15,47%.
Il colore delle schede di voto è l’azzurro e sono due i modelli di scheda di votazione per il primo turno, suddivisi in base al numero dei residenti nei comuni al voto: la scheda è suddivisa in quattro parti verticali in cui sono stampati, secondo l’ordine di sorteggio, da sinistra a destra e dall’alto verso il basso, dei rettangoli contenenti ciascuno i nominativi dei candidati a sindaco, il contrassegno della lista ad esso collegata e una riga (nel caso di Comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti) o due righe (nel caso di Comuni con popolazione compresa tra 5.000 e 15.000 abitanti) tratteggiate per i voti di preferenza per i candidati al consiglio comunale. Nei Comuni con più di 15mila abitanti viene eletto sindaco chi ottiene il 50% più uno di di tutti i voti.
Si vota in 13 comuni capoluogo, di cui un capoluogo di regione (Ancona) e 12 capoluoghi di provincia (Brescia, Sondrio, Treviso, Vicenza, Imperia, Massa, Pisa, Siena, Terni, Latina, Teramo, Brindisi). L’eventuale turno di ballottaggio nei giorni 28 e 29 maggio.
Urne aperte in 595 comuni italiani, dove si potrà votare fino alle 23 di oggi e dalle 7 alle 15 di domani. Per questi due giorni di elezioni amministrative, sono chiamati al voto 4.587.877 elettori, di cui 402.967 all’estero, distribuiti su 5.426 sezioni.