Il leader del partito Carlo Calenda non riesce ad appianare il buco e sotto il suo naso se ne vanno addirittura in 38
Voleva fare il partito unico con Renzi e accorpare i due partiti del terzo polo per fare fronte comune e dare un segnale preciso e senza dubbi, con una linea politica chiara e comune. Ora rischia di restare da solo completo. E’ la storia di Carlo Calenda che sta continuando a perdere pezzi su pezzi. All’interno di Azione, stanno accadendo cose particolari e strane sulle quali ci si interroga da più parti. La deputata Naike Gruppioni e la consigliera regionale emiliana Giulia Pigoni se ne sono andate e hanno aderito alla creatura politica di Matteo Renzi. Non solo. A Modena il grande terremoto, dove pare ci sia stato un clamoroso fuggi fuggi da Azione, visto che in 38 se ne sono andati, sbattendo anche la porta.
Un durissimo colpo per Calenda che non capisce cosa sia accaduto in queste ultime settimane per scatenare tutto questo. Ad andarsene è stato perfino il segretario locale del partito Pietro Borsari. Le dimissioni sono giunte tramite una lettera, il cui contenuto era direttamente indirizzato ai vertici del partito stesso, rei secondo Borsari, di non rendersi conto della situazione che si è venuta a creare nelle ultime e turbolenti ore. L’ormai ex consigliere parla di scelta “a lungo meditata e assai sofferta” ma che è risultata essere del tutto necessaria a causa di una linea politica “ormai insanabile“.
Calenda e le persone a lui vicine, come la Carfagna e la Gelmini, non sanno più cosa pensare né come poter fermare questa situazione che sembra proprio stia sfuggendo di mano a tutti. Il problema è che da Modena pare che si sia preferito convergere con Italia Viva: “Hanno portato a pensare che questa scelta non fosse apprezzata, perché collimante con l’intenzione di stabilire invece un rapporto con gli altri partiti di centro non di alleanza, ma di competizione“.
Una scelta che spiegherebbe tante cose, soprattutto il lavoro ai fianchi effettuato in questi mesi dagli uomini di Matteo Renzi. “È impossibile per noi continuare a rappresentare questo partito sul territorio“, è la sentenza durissima senza mezzi termini. La forte sensazione è che gli allontanamenti spontanei non siano terminati e che nelle prossime ore si possa assistere ancora ad altre fughe.