In merito alla questione dell’autonomia (e non solo) ha voluto dire la sua il presidente della regione Veneto, Luca Zaia. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa”
Luca Zaia cerca il “colpevole”. Ovvero colui che ha diffuso la bozza del ‘Servizio del Bilancio del Senato‘ (dopo la bocciatura della riforma Calderoli sulle Autonomie) su Linkedin. Il presidente della regione Veneto ha voluto esprimere i suoi pensieri a riguardo in una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Stampa“. Un problema non da poco visto che, questo episodio, ha creato molto scompiglio nella maggioranze e, soprattutto, molta ansia nelle file leghiste. Vorrebbe tanto sapere l’autore di questa “opera”, ma di risposte concrete fino ad ora nessuna traccia.
Per Zaia, a quanto pare, si è oltrepassato il limite della relazione tecnica. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni a riguardo: “Qui ci sono giudizi più politici che tecnici e la prova provata è che fior fiore di accademici e studiosi sostengono esattamente il contrario”. Non ha ancora ascoltato il ministro Calderoli, ma il suo pensiero in questo momento è decisamente un altro: “Qui sovrano è il Parlamento e ci sono livelli istituzionali che vanno rispettati. Il primo è il capo dello Stato che ha esaminato e firmato il disegno, poi il governo che lo ha varato, e infine le Camere che lo dovranno ratificare. Sempre rispettato il lavoro di tutti. Se dobbiamo discutere di lavoro professionale bisogna verificare dove sono stati presi questi dati“.
Non nasconde che, per quanto riguarda le Autonomie, ci siano delle difficoltà non da poco. Anche se prova, allo stesso tempo, a giustificare il tutto ammettendo che tutte le riforme rappresentano dei cambiamenti sia social che culturali. “Forse c’è chi non crede a questa riforma e chi non la vuole, allora fa il piacere di candidarsi in Parlamento, farsi eleggere ed eventualmente votare contro“. L’ultima parola, a questo punto, spetterebbe proprio al Parlamento per poter aprire una discussione.
In conclusione si è voluto soffermare sulle parole di Calderoli. Quest’ultimo ha fatto sapere che se la riforma non dovesse passare allora lascerebbe il mondo della politica. “Io ho fatto il mio dovere da cittadino con un mandato dal popolo e il voto di due milioni e 270 mila veneti. Le considerazioni finali le farò il giorno che la vedrò votata. Abbiamo fatto quello che potevamo fare. Tanto è vero che siamo arrivati a un disegno di legge discusso in Parlamento”.