I voti a favore sono stati 158, mentre 6 sono gli astenuti e 71 i voti contrari al provvedimento che adesso deve essere convertito in legge
Primo passo verso l’arrivo definitivo. E’ arrivato il via libera dell’Aula della Camera al decreto Bollette. I voti a favore del provvedimento sono stati 158, mentre 6 gli astenuti e ben 71 i voti contrari. Il provvedimento, che naturalmente adesso va convertito in legge entro fine mese, passa ora all’esame del Senato. Bisogna fare in fretta perché i giorni passano e il tempo scorre, considerata la scadenza.
A votare a favore sono state le forze di maggioranza. Le opposizioni, invece hanno votato contro il decreto, solo i deputati di Azione e Iv si sono astenuti. Ma quali sono le misure che sono contenute all’interno del decreto? Tra queste ci sono alcune misure per far fronte all’emergenza per il caro prezzi derivato dal prezzo dell’energia, in più c’è il rafforzamento del bonus sociale per elettricità e gas, la riduzione dell’Iva e degli oneri generali nel settore del gas per il secondo trimestre dell’anno 2023 e il contributo per i comuni in predissesto con popolazione da 25 mila a 35 mila abitanti.
Ma non è tuto. Nel provvedimento varato dal Governo, e non recepito dalle opposizioni quando in realtà si è lavorato in commissione su queste direttive per dare un supporto in più alle persone, viene inoltre previsto un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. Sono inoltre previste agevolazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e la semplificazione temporanea per l’installazione di impianti fotovoltaici.
Poi c’è una parte importante anche perché è previsto l’incremento delle risorse per i comuni fino a 5 mila abitanti in difficoltà economiche e il credito start up innovative nel settore dell’ambiente, delle energie rinnovabili e della sanità. “Le norme sulla stabilizzazione dei ricercatori precari sanitari degli Ircss e Izs sono invece state stralciate per mancanza di coperture. E’ invece rimasta la norma che consente ai “laureati in odontoiatria a protesi dentaria“