Il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha rilasciato una intervista al ‘Corriere della Sera’ dove si è soffermato su quanto sta accadendo in questi ultimi giorni
Le notizie che continuano ad arrivare direttamente dall’Emilia-Romagna sono a dir poco terribili. Nelle ultime ore è stato ritrovato un altro corpo. Si tratta della quindicesima vittima di questa tragedia. La situazione nella regione non è affatto delle migliori. Tanto è vero che sta continuando a piovere e la paura e la preoccupazione crescono sempre di più. Sempre negli ultimi giorni non sono mancate assolutamente le polemiche. C’è chi punta il dito contro ed accusa vertici alti della politica perché si poteva fare qualcosa. Adesso, però, è il momento del silenzio e soprattutto quello di reagire.
Questo è quello che chiede proprio Stefano Bonaccini. Il numero uno della regione ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘ dove si è soffermato su quanto sta accadendo. Precisando che non c’è neanche il tempo materiale per poter pensare alle polemiche o alle bufale. Le stesse che, a detta sua, sono state già smentite. L’obiettivo principale è quello di riuscire a salvare altre persone che stanno continuando a lottare tra la vita e la morte. Senza dimenticare le 20mila persone che sono state fatte evacuare dalle loro abitazioni considerate a serio rischio.
Nel frattempo il governo non vuole perdere altro tempo ed ha già messo a disposizione una buona parte di fondi economici per ripartire. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni: “Stiamo parlando di un evento senza alcun tipo di precedente. Basti pensare che in 36 ore è caduta la pioggia di sei mesi su un’area vastissima“. Si era parlato anche del tema di una eccessiva cementificazione nella regione: “Si tratta di un problema reale e che abbiamo scelto di aggredire cinque anni fa con la prima legge regionale in Italia sul consumo di suolo a saldo zero“.
Per molti, però, il problema principale è stata quella legge che avrebbe aggravato ancora di più il problema: “Al contrario, in poco tempo depianificato qualcosa come 11mila ettari di suolo, con la previsione di depianificarne altrettanti”. Poi si sofferma sul nostro Paese: “Spendiamo per riparare i danni dopo e non per la messa in sicurezza del territorio prima. Serve un piano nazionale adeguato al drastico cambiamento climatico”. In conclusione è pronto a chiedere al Governo una “ricostruzione della Romagna, delle altre aree colpite e del nostro Appennino“.