Rapporti intimi con un detenuto transgender, in cambio di regali: nei guai una guardia carceraria. Gli ultimi aggiornamenti di questa vicenda
Il detenuto transgender, in cambio di prestazioni sessuali, pretendeva dei regali. Gli stessi che consistevano in: cioccolatini, sigarette e ricariche telefoniche. Rapporti che aveva con una guardia carceraria che adesso rischia grosso. Il tutto si è verificato a Roma, precisamente nel carcere di Rebibbia. L’agente di polizia penitenziaria avrebbe accettato la proposta. Più di un incontro, a quanto pare, ci sarebbe stato tra i due. A lanciare l’allarme ci ha pensato direttamente la Procura di Roma che sta avviando le prime indagini. Nei guai C.R, assistenza capo coordinatore della polizia penitenziaria. Le accuse nei suoi confronti sono inevitabilmente gravi.
Visto che si parla di: reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. I fatti sono stati contestati lo scorso anno, precisamente il 7 agosto. Il poliziotto avrebbe chiesto il rito abbreviato: lo stesso che prenderà il via a partire dal mese di luglio. L’udienza preliminare sarà diretta dal gup, Valerio Salvo. Cosa rischia l’uomo? Si parla di una pena di reclusione che va tra i 6 ed i 10 anni e mezzo. Non si tratta affatto del primo episodio del genere che scandalizza l’ambiente carcerario. Nel 2021, precisamente nel reparto G8, con la complicità da parte dell’agente i detenuti nascondevano la droga e le sim telefoniche nelle pizze e torte. Le stesse che venivano fatte recapitare ai detenuti nei giorni di festa.
Roma, scandalo a Rebibbia: sesso con detenuto transgender in cambio di regali
Secondo quanto riportato dal quotidiano “Il Messaggero” pare che l’agente, nel momento dei fatti, era in servizio al reparto G12. Quando, ad un certo punto, avrebbe avuto rapporti sessuali con il detenuto transgender. In cambio di alcuni regali (come citati in precedenza). Merce che, ovviamente, mai avrebbe potuto ricevere.
L’agente ha deciso di ricorrere ad un avvocato. A seguire la sua vicenda la legale Maria Tersigni. Dopo che lo scandalo si era diffuso in pochissimo tempo i suoi vertici alti hanno deciso di sospenderlo, con effetto immediato, dal suo incarico. Anche se per il suo avvocato non sussiste l’abuso. A quanto pare, sempre per la stessa legale, il ricatto contestato sarebbe stato ad evitargli un “male più grave“.