“Lentamente si torna alla normalità, ora l’obiettivo della nostra missione è abbassare il livello dei canali primari”. Marco Iacovacci è un volontario Coreir, della colonna mobile della Protezione Civile della Regione Lazio, partito due giorni fa alla volta di Cervia. Notizie.com lo ha intervistato per farsi raccontare quale situazione abbia trovato nel comune duramente colpito dall’alluvione
Il modulo della colonna mobile della Protezione civile della Regione Lazio per il servizio alluvionale è partito ieri mattina alle 4:35 per raggiungere Cervia, uno dei comuni più colpiti dall’alluvione che in questi giorni sta flagellando intere zone dell’Emilia Romagna.
Dalla caserma 8 Cerimant di Roma si sono messi in fila una decina di mezzi e 40 volontari con una torre faro e diverse idrovore, per unirsi a coloro che erano già da altre zone del Lazio. In tutto dunque sono stati inviati sui luoghi alluvionati 22 mezzi e 60 volontari con 16 tipi di idrovore, da quella da 25mila litri al minuto, alle due da 9mila; da quella da 6mila, alle 12 idrovore da 2,5mila litri che serviranno per lo svuotamento di cantine e locali. Oltre alle idrovore anche un gruppo elettrogeno da 10kw e un drone per sorvolare il comune di Cervia e monitorare la situazione in tempo reale.
Marco Iacovacci è tra coloro che volontariamente ha preso parte a questa spedizione del Coreir della colonna mobile della Regione Lazio. Quando va via lascia parenti e il lavoro da rappresentante. “E’ così ormai da oltre 3 anni da quando ho iniziato sotto l’emergenza Covid”. Abbiamo aspettato che il gruppo arrivasse e allestisse le operazioni di organizzazione e intervento, poi questa mattina Notizie.com si è fatta raccontare da Marco, quale sia la situazione a Cervia e che tipo di lavoro verrà fatto da qui ai prossimi giorni.
Marco, siete arrivati da poco più di 24 ore, mi racconta cosa ha visto, cosa farete e come agirete. Vi siete già resi conto a sufficienza del lavoro da portare a termine?
“Siamo partiti ieri che era ancora buio, questa è la seconda partenza in acque interne nel giro di pochi giorni purtroppo per le persone colpite dalla tragedia…”
Dove è andato la prima volta?
“A San’ Agata, abbiamo lavorato coi gommoni, c’erano tante persone da trarre in salvo, ed ora invece siamo qui a Cervia. La nostra missione è quella di lavorare sulla bonifica, di abbassare il livello dei canali primari . Venendo da Roma siamo abituati a questo tipo di operazioni, solo che nel caso della Capitale l’acqua deve tornare al fiume, qui invece deve essere drenata verso il mare…nel frattempo anche se non è semplice cerchiamo di agire sulle singole abitazioni”.
Si è fatto un’idea del tempo che porterà via questo tipo di operazione?
“Pensando al lavoro fatto ieri e poi ancora tutta la notte, credo di poter dire che servirà almeno una settimana”.
Non so se sia vostro compito occuparvene e conoscere anche il numero delle persone che in questo momento son state evacuate…
“Quello spetta al Coc, ma ovviamente posso dirle che ci sono tante persone ospitate nelle strutture preposte all’accoglienza piuttosto che da parenti e amici. Noi siamo qui per fare un lavoro specifico. E ovviamente ogni emergenza ha un volto diverso, qui siamo in pianura e le problematiche che stiamo affrontando sono sintomatiche del territorio”.
Anche se di emergenze ne ha vissute, mi restituisce un’istantanea di questa?
“Popolo dotato di un’accoglienza mostruosa. Sono provati chiaramente da questo evento ingestibile e fuori portata, ma la gente ovunque è in attività costante”.
La intravede lei la normalità?
“Sì lentamente la intravedo. Sono rimaste due aree più basse, due aree importanti di Cervia da liberare completamente dall’acqua. Ovviamente le campagna sono allagate, ma questo è stato fatto per preservare anche la città stessa. Poi dopo aver pompato l’acqua occorrerà fare i conti con i danni procurati dal fango. Ancora non riusciamo ad entrare nelle singole case. Però ieri sera quando siamo andati a cena, abbiamo notato un gruppo di turisti tedeschi. La bella stagione è alle porte e loro qui hanno tanta voglia di ripartire”.
A sentire il suo racconto, mi pare di capire che anche grazie all’operatività di tutti, Protezione civile compresa, si possa sperare di uscirne da questa immane tragedia…
“Si sta operando in modo mirato e organizzato come da sistema della Protezione civile. Ora qui, dobbiamo pensare ad asciugare le due zone a ridosso della Statale 16. Nel frattempo da fuori Cervia è raggiungibile, certo andando più avanti interruzioni ci sono…ma qui piano piano si fa”.
Quando parte per queste missioni, a Roma cosa lascia?
“Parenti, amici, lavoro…sono un rappresentate. Da 3 anni è così. Dall’emergenza Covid, sono operativo 24 ore su 24”.