Boss ucciso in strada, continua il lavoro da parte dei poliziotti che hanno avviato una prima ricostruzione di quanto è successo: gli ultimi aggiornamenti
Un sabato sera macchiato di sangue. Un episodio di cronaca nera che ha sconvolto una intera citta. A Foggia, oramai, non si sta parlando d’altro se non dell’uccisione del boss Salvatore Prencipe, di anni 59. Quest’ultimo è stato ucciso con due colpi di fucilate: una al volto ed un’altra al torace. A distanza ravvicinata: per lui non c’è stato assolutamente nulla da fare. Lo storico boss della città tra la fine degli anni ’90 ed i primi anni del 2000. 24 anni fa era scampato ad un attentato avvenuto in un bar, dove al suo posto morì una vittima innocente. Un nome molto conosciuto nella città pugliese, soprattutto per essere stato un esponente di spicco del clan “Trisciuoglio- Prencipe-Tolonese“.
Il tutto è avvenuto nella serata di sabato, intorno alle ore 21, precisamente in viale Kennedy. Non poco distante dalla caserma dei carabinieri. Secondo quanto riportato dalle ricostruzioni delle forze dell’ordine parte che l’uomo era da poco uscito dalla sua abitazione (dove viveva con l’anziana madre). Si era recato nella sua auto. Molto probabile che stesse aspettando un parente, fino a quando non è stato avvicinato da un uomo con il volto coperto che lo ha raggiunto a piedi. Prima un colpo che ha infranto il parabrezza che lo ha colpito al torace. Poi lo sparo definitivo al volto che non gli ha lasciato scampo.
Successivamente il killer era scappato a piedi facendo perdere le proprie tracce. Fino a quando non è salito, ad una decina di metri dall’omicidio, su una Fiat Grande Punto. Ad attenderlo un suo complice. Non è finita qui visto che la vettura, utilizzata per la fuga, è stata bruciata in via Sprecacenere. Un allarme che è stato lanciato al 118 da parte di alcuni residenti. Proprio questi ultimi hanno assistito alla scena dell’omicidio ed hanno rivelato tutto quello che sanno ai poliziotti. Gli stessi che, nella notte di ieri, hanno effettuato perquisizioni e stub.
A questo punto non è assolutamente da escludere che si tratta di una faida tra bande di criminali rivali. Ovvero quella dei Moretti-Pellegrino-Lanza e quella dei Sinesi-Francavilla. Gli stessi investigatori stanno osservando anche le immagini delle telecamere di sicurezza che avrebbero potuto riprendere i due sicari. Si sta cercando di capire il motivo di questa uccisione. La vittima era tornato libero nel 2015 dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Per alcuni inquirenti il boss si era allontanato dalla criminalità.