L’ex attaccante biancoceleste: “Avevano ragione il ds Tare e i giocatori: questa rosa era costruita per raggiungere l’obiettivo. Sarri ha tanti meriti, e ora il saltò di qualità nelle coppe”
Grazie alla vittoria sul campo dell’Empoli, la Lazio ha messo le mani sulla qualificazione in Champions League. I biancocelesti hanno fatto un passo in avanti decisivo, distanziando le rivali e confermando l’ottimo campionato disputato. Il gol di Immobile alla Dacia Arena ha permesso ai biancocelesti di superare l’Inter e mantenere il vantaggio su Milan, Atalanta e Roma, realizzando il break decisivo. “La Lazio ha meritato questo traguardo – conferma in esclusiva ai microfoni di Notizie.com Roberto Rambaudi, che ha vestito la maglia biancoceleste dall’estate del 1994 al dicembre del 1998 – è stata la squadra più continua ed ha dimostrato di avere dei valori importanti”.
Una qualificazione meritata, alla luce di ciò che si è visto nel corso dell’intera stagione?
“La squadra è stata costruita per arrivare tra le prime quattro, al di là di quello che a volte si dice in giro e ci è arrivata meritatamente. E’ migliorata in alcuni giocatori, ha trovato una grande solidità difensiva ed oggi è meritatamente lì”.
Cosa vuol dire per l’ambiente laziale tornare in Champions dopo due anni di assenza?
“Se lo si considera un punto di arrivo si sbaglia di grosso. La Champions League deve essere un punto da cui ripartire. Per migliorarsi anno dopo anno. Sperando che da adesso in poi non si considerino le coppe un peso. Sarri ha detto che giocare ogni tre giorni non gli consente di allenare la squadra. Adesso si dovrà ragionare in modo diverso, perchè il campionato e la Champions League dovranno essere giocate sempre con la stessa mentalità. E poi non bisognerà sbagliare una cosa”.
Quale?
“La campagna acquisti: a questa squadra servono 3 o 4 rinforzi per migliorare la rosa e renderla più competitiva. Ma devono arrivare giocatori funzionali, scelti insieme all’allenatore”.
A proposito di Sarri, per mesi lo stesso tecnico, aveva detto che sarebbe stato un miracolo raggiungere la Champions.
“Alla fine avevano ragione il direttore sportivo e la stessa squadra, che attraverso i suoi giocatori più rappresentativi parlava della Champions League come obiettivo. Il tecnico parlava di miracolo, ma non sono mai stato d’accordo. Era l’unico che diceva il contrario. Capisco che potesse anche essere una strategia comunicativa, ma dire che questa squadra era stata costruita per lottare per la Champions e vedere che si è raggiunto l’obiettivo, non vuol dire sminuire il lavoro del tecnico. Che invece è stato fondamentale. Solo che a volte dava l’impressione di essere l’unico a non crederci”.
Quali sono i meriti di Sarri?
“Rispetto allo scorso anno ha cambiato atteggiamento della squadra, che non difende più altissima. Ha dato solidità alla difesa valorizzando alcuni giocatori e poi ha fatto un passo indietro su certe convinzioni. Basta pensare al rapporto con Luis Alberto”.
Chi è stato il giocatore che in questa stagione ha fatto meglio?
“Senza dubbio Zaccagni. Lui e Kvaratskhelia sono stati gli esterni più forti del campionato”