L’ex direttore generale della società bianconera spiega a Notizie.com: “Se ci fosse stato io a Empoli, avrei condizionato i giocatori in modo da fargli mangiare l’erba, avevano la Champion su un piatto d’argento…”
“Mamma mia, mi sembra di rivedere Calciopoli, la Juve è diventata un giocatolo, ci giocano tutti e non si difende…”. Pesante e amareggiato allo stesso tempo, l’ex direttore generale della società bianconera Luciano Moggi che a Notizie.com spiega la sua opinione su quanto è successo dopo la penalizzazione di dieci punti e su quello che è avvenuto prima e dopo la partita di Empoli. Non è tanto d’accordo con la disamina di Allegri a fine partita dopo quel tonfo, giustificandolo per via di quello che è successo con la sentenza. “E’ stato un alibi pericoloso, pericolosissimo, non l’avrei mai fatto…”.
Anche qui non si risparmia, Luciano Moggi e dopo un attenta riflessione riparte senza indugio e senza alcun timore: “Capisco che c’è stata la sentenza trenta minuti prima della partita e non è facile, ma avrei fatto in modo di prendere quella roba e trasformarla in rabbia. Non dovrebbe essere preso come alibi, è pericoloso e non andrebbe fatto. Se fossi stato io lì, in quel momento avrei condizionato la squadra a tal punto di mangiare l’erba, ma scherziamo? Vincevi a Empoli, battevi il Milan ed era Champions sicuro, in barba a tutti, sarebbe stata una grandissima rivincita, ma la squadra non c’era. Allegri doveva agire diversamente, un pericolo quello di considerare un alibi queste cose“.
Per Luciano Moggi la sentenza è stata quasi una manna dal punto di vista tecnico-sportivo, ma la squadra non ha saputo coglierla al volo: “Bisognerebbe combattere sempre e non rinunciare mai, soprattutto se hai ragione. Io combatto, se non ho ragione mi ritiro di buon ordine, ma quando ho ragione la paura è una brutta consigliera e quindi, dopo aver tergiversato tanto, ho aspettato e ho attaccato, ma non tanto per farlo, ma con prove e mettendosi voci e audio. Poi mi venissero a dire qualcosa, dopo Report, tutti zitti, nessuno dice nulla e lo sa perché? Perché ho ragione, ma tanto c’è ancora da scoprire, mica è finito qui…”
Per Moggi è sempre un capitolo aperto anche perché mi hanno “fatto apparire quello che non sono” come la Juve adesso: “Se toccano la Juve con le plusvalenze, dovrebbero toccare tutti, ma crollerebbe il calcio italiano“. E se la prende con l’ex presidente della Juventus Cobolli Gigli, reo di far parte di un determinato sistema o quanto meno di aver dato retta a persone che secondo Moggi non si sono comportate bene: “Ma lasciamo stare, non sapeva neppure che avevamo vinto la coppa campioni, all’epoca andava in giro nei giornali e chiedeva se era il caso o meno di ritirare il ricorso al Tar durante Calciopoli, alla fine gliel’ha fatto ritirare Montezemolo, lui è uno di quelli che ha partecipato a tutto quanto. Ribadisco, fino ad ora ho tergiversato, ho voluto portare voci e facce di chi faceva gli impicci e gli hanno fatti, mettendo in mezzo anche me, peccato che io sono di una certa pasta e non mollo. La gente si dovrà regolare di proposito e vedrete che lo farà“.