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Ponte Morandi, i parenti delle vittime: “Come fate a dormire la notte?”

Published by
Paolo Colantoni

Egle Possetti, presidente del Comitato vittime del Ponte Morandi, in esclusiva a Notizie.com dopo l’ammissione di Mion: “Ora vogliamo giustizia”

“Una persona che ricopriva quel ruolo, non poteva stare zitta”. Egle Possetti, presidente del comitato in ricordo delle vittime del ponte Morandi, commenta così, ai microfoni di Notizie.com, le parole di Gianni Mion, ex ad di Edizioni Holding, che ha confessato di sapere dal 2010 dei rischi ma di non aver detto nulla: “Come ha fatto a rimanere in silenzio per tuti questi anni?”, si chiede Possetti. “Ancora una volta c’è la conferma di quello che diciamo da cinque anni. Che qualcuno conosceva lo stato di degrado di quel ponte. Non c’è stato nessun vizio occulto. Oggi emerge con forza la verità: il Ponte Morandi, con la giusta manutenzione sarebbe ancora in piedi. Non sappiamo onestamente come fanno, le persone che erano informate di questo, a dormire la notte”.

E’ la prima volta che vi trovate di fronte ad una testimonianza così diretta?
“All’interno del processo sono mesi che sentiamo testimonianze che vanno in questo senso. Erano già emersi elementi chiari: alcune persone erano state informate da relazioni specifiche, erano state comunicate preoccupazioni che sono state però accantonate. Ci sono molti elementi dell’impianto accusatorio che andavano in quella direzione”.

Ma ieri una svolta c’è stata.
“Certo. La testimonianza di ieri è forte ed eclatante, perchè arriva da una persona che racconta con dovizia di particolari ciò che venne detto in quella riunione. Le parole di ieri si aggiungono ai tantissimi elementi che abbiamo già raccolto nel corso di questi cinque anni. Ci ha stupito sentire quelle parole così dirette, ma non siamo sorpresi”.

Egle Possetti (Ansa Foto) Notizie.com

Che cosa vi aspettate adesso?
“Giustizia e verità. Purtroppo i tempi dei processi italiani sono lunghissimi. Esistono degli iter precisi: le difese faranno la loro parte, ma ci auguriamo che da adesso in poi, una volta ascoltate le testimonianze di ieri, si acceleri e si vada diretti verso la chiusura. Mi consenta una battuta. Dopo la dichiarazione di ieri si potrebbe anche chiudere qui la questione e pensare solo a che tipo di pena comminare ai responsabili. Ma il processo sarà ancora lungo”.

Prima si chiedeva come facciano certe persone a dormire la notte.
“Non mi riferisco solo a Mion, ma a tutte quelle che sapevano. Lui chiaramente avrebbe dovuto segnalare questa cosa agli organi competenti. Avrebbe perso il lavoro? Forse si, ma tutti sarebbero ancora vivi. Come fa a dormire la notte chi ha deciso di non intervenire. E’ sconvolgente. Nessuno può pensare di giocare con la vita umana. Io non credo che volessero di proposito far cadere il Ponte Morandi, ma c’è stata incompetenza e sottovalutazione dei rischi. Nonostante ci fossero degli allarmi che un occhio attento avrebbe dovuto trovare”

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Paolo Colantoni