Ponte Morandi, le ultime dichiarazioni rilasciate da Gianni Mion non sono passate affatto inosservate: tanto è vero che Egle Possetti ha voluto rivelare il suo pensiero in una intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”
Le parole di Mion hanno creato un vero e proprio terremoto in merito alla tragedia del Ponte Morandi a Genova, crollato nell’agosto del 2018, dove morirono 43 persone. Lo storico braccio destro di Gilberto Benetton aveva dichiarato di sapere che nel 2010 si poteva verificare un crollo da un momento all’altro. Non fece nulla perché aveva paura di perdere il posto. Dichiarazioni che non sono affatto passate inosservate. Proprio come se una delle vittime fosse morta un’altra volta. In una intervista rilasciata alla ‘Stampa’ ha voluto dire la sua anche Egle Possetti.
L’attuale presidente del comitato in ricordo delle vittime del ponte ci è andata giù duro con le ultime affermazioni di Mion. “Se fossi stata al suo posto e avessi saputo lo stato delle infrastrutture non sarei stata zitta e avrei fatto il diavolo a quattro per far emergere il problema”. Poi ha continuato dicendo: “Ha detto che la cosa emerse nel 2010 e quindi dico: quanta omertà, incompetenza e avidità sono state portate avanti in oltre otto anni senza fare nulla. Mi chiedo come possano dormire quelle persone”.
Ponte Morandi, Possetti su Mion: “Non poteva stare zitto”
Dichiarazioni che arrivano come un fulmine a ciel sereno quelle dell’ex amministratore delegato di ‘Edizioni Holding’. in aula durante il processo di quella tragedia che colpì un Paese intero. Sapere che c’erano dei grossi rischi e che si poteva prevedere una catastrofe e non fare assolutamente nulla. Questo è quello che non riesce ad accettare la Possetti che continua dicendo: “Una persona con quel ruolo non poteva restare in silenzio. Bisognava pensarci prima, come si fa a non dire nulla?“.
La stessa presidente del comitato ci ha tenuto a far presente che le parole pronunciate da Mion non fanno altro che confermare quanto “fosse approfondita la conoscenza dello stato del ponte da parte di chi avrebbe dovuto prendere decisioni sulla sua chiusura e sulle manutenzioni”. La sua speranza è che, in questa tragedia che ha visto come vittime 43 persone innocenti, qualcuno possa pagare.