In merito al rapporto che vede come protagonisti lâItalia e la Francia, la ministra degli Esteri transalpina ha voluto dire il proprio pensiero. Lo ha fatto in una intervista che ha rilasciato al âCorriere della Seraâ
Torna il sole tra lâItalia e la Francia, dopo mesi in cui i due Paesi non se ne sono mandati a dire. Dopo il gelo, a quanto pare, è tornata un poâ di luce. Lo dimostra lâultimo incontro che è avvenuto a Roma tra i due omologhi: Antonio Tajani e Catherine Colonna. Proprio questâultima ha rilasciato una intervista ai microfoni del âCorriere della Seraâ dove si è voluta soffermare sul rapporto con il nostro Paese e non solo. Un rapporto, quello con il ministro degli esteri italiano, che si è consolidato sempre di piĂš. Tanto è vero che tendono a lavorare bene insieme: âMi ha fatto molto piacere il suo invito per parlare di persona di alcune questioni. Sono qui nella Capitale nello spirito del Trattato del Quirinale, che dobbiamo mantenere vivoâ.
Anche se non si è fatta assolutamente attendere la domanda che riguardava le critiche arrivate proprio dal Paese transalpino nei confronti del nostro. La risposta in merito non si è fatta attendere da parte della Colonna: âLa mia visita qui non è solo istituzionale, ma riguarda proprio il nostro lavoro comune. Stiamo cercando di fare passi avanti. La Francia considera lâItalia un Paese amico. Ci legano molte cose, tra questi lâaffetto reciproco. Quando ci sono questioni delicate, dobbiamo parlarne apertamente e amichevolmente. Sappiamo come affrontare qualsiasi difficoltĂ con una maggiore cooperazione franco-italianaâ. In particolar modo per quanto riguarda la questione dei migranti.
Nel corso dellâintervista si è soffermata soprattutto per quanto riguarda la questione dei migranti. Gli stessi che tendono ad arrivare piĂš dalla Tunisia piuttosto che dalla Libia: âDobbiamo aumentare la nostra cooperazione con la Tunisia attraverso il canale europeo, oltre ai rapporti bilaterali con loro. Abbiamo il bisogno di rafforzare la lotta ai traffici irregolari di esseri umani alle frontiere tra Francia e Italia e di una riforma del sistema di Dublinoâ.
In conclusione aggiunge: âBisogna migliorare il database delle impronte digitali Eurodac e le procedure di richiesta di asilo nei Paesi di primo ingresso. Abbiamo fatto progressi nellâultimo periodo. A giugno abbiamo un Consiglio europeo a giugno. La nostra ambizione condivisa è di affrontarlo con un nuovo passo avanti nel riavvicinamento delle posizioni. Non ci sono soluzioni nazionali. La soluzione sta nella cooperazione tra noiâ.