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Economia

Recessione, il rischio c’è: i numeri parlano chiaro

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Cristiano

Rischio recessione, una possibilità assolutamente da non scartare: gli ultimi dati che arrivano non sono del tutto incoraggianti 

Rischio Recessione (Pixabay Foto) Notizie.com

Se non è allarme allora davvero poco ci manca. Anche se, ad attivare il “campanello rosso”, ci ha pensato direttamente l’indicatore di recessione. Insomma, quello preferito maggiormente dai mercati. Un allarme che riguarda più di 200 giorni di negoziazione consecutivi. Si tratta di uno dei periodi più lunghi a partire dal 1980. Segno del fatto che neanche una grande potenza mondiale come gli Stati Uniti D’America non verranno affatto risparmiati dal punto di vista della crescita. In termini economici bisogna prendere in considerazione la curva dei rendimenti del Treasury.

Una differenza rappresentata tra il rendimento del titolo del Tesoro a 2 anni e il rendimento della nota a 10 anni. Un dato che è stato invertito a partire dal 5 luglio dello scorso anno. A riportarlo fu il Dow Jones Market Data. Si tratta di una delle serie più lunghe in cui i rendimenti, quelli a breve termine, hanno eclissato quelli a lungo termine dal maggio 1980. Dati che, di certo, non possono rallegrarci. Anzi, si tratta di un chiaro segnale che la recessione sta per arrivare. Anche perché, la maggior parte delle obbligazioni a più lunga scadenza offrono rendimenti più elevati. Per un semplice motivo: ovvero quello che riguarda gli investitori chiedono di essere compensati.

Rischio recessione, i numeri parlano chiaro: è allarme

Rischio Recessione (Pixabay Foto) Notizie.com

I timori di una possibile recessione crescono sempre di più. Allo stesso tempo la Fed tende ad aumentare, ancora una volta, i tassi di interesse anche in maniera piuttosto aggressiva. Si tratta di un tipo di relazione che, in un momento o nell’altro, può essere ribaltato. Per chi non lo sapesse i rendimenti delle obbligazioni a breve scadenza sono maggiori. Per il semplice motivo che si teme un imminente rallentamento economico. Lo stesso che può mettere a rischio la capacità dello Stato di rimborsare gli investitori.

Gli stessi che, successivamente, vogliono un esborso maggiore in termini di tassi di interesse (cedole) per tenere il debito acquistato. Conferme arrivano anche dall’esperto in materia, Campbell Harvey. Il professore di finanza alla Duke University ha annunciato che questa curva invertita ha preceduto ogni recessione negli USA. Non solo: è stato anche notato che l’inversione ha causato problemi al settore bancario. Con tanto di crollo della Silicon Valley Bank e di altri istituti.

 

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