Il tecnico nerazzurro esulta dopo la qualificazione matematica alla prossima Champions League: “Questa partita era fondamentale per la società. Adesso pensiamo alla finale con il City”
Due settimane a Istanbul. L’Inter intanto ha piegato l’Atalanta a San Siro e riconquistato la certezza matematica di disputare la prossima Champions League, in attesa della finalissima con il Manchester City, in programma il 10 giugno. Due gol nei primi 3 minuti di partita (è la terza volta nella storia A), finita 3-2 per il timbro di Muriel (ufficialmente autogol di Onana) che ha riacceso le speranze di Gasperini nelle battute finali di match.
La squadra di Simone Inzaghi ha resistito a denti stretti e conquistato i 3 punti: ora in classifica sono 69, +1 sulla Lazio che domani pomeriggio ospiterà la Cremonese allo Stadio Olimpico. I nerazzurri, quando mancano 90 minuti alla fine del campionato, sono comunque aritmeticamente tra le prime quattro. Lukaku ha aperto il match con l’Atalanta, Barella ha raddoppiato immediatamente. Pasalic ha accorciato le distanze, ci ha pensato Lautaro Martinez a mettere in cassaforte il risultato, messo in discussione soltanto nel recupero dalla bordata di Muriel. Inutili gli ultimi assalti.
Simone Inzaghi: “”
Inzaghi è esploso sul terzo gol, una corsa liberatoria con tanto di abbraccio con la squadra in campo: “Mi sono voluto complimentare. Alleno ragazzi straordinari, 48 ore fa eravamo in campo. Sapevamo quanto contasse questa partita per la società, sono contento, l’Atalanta è un’avversaria di valore, i miei calciatori hanno trovato energie che non pensavo potessimo avere“. Per il 10 giugno il tecnico dovrà scegliere tra Dzeko e Lukaku, c’è una sola maglia al fianco di Lautaro: “Vedrò le sensazioni del momento, posso avere delle idee, possono cambiare tra un allenamento e l’altro. Affrontiamo la squadra più forte del mondo, qualcuno l’abbiamo perso, contiamo di recuperarlo. Skriniar, Correa, Mkhitaryan, stasera anche D’Ambrosio ha avuto un problemino e dobbiamo valutarlo. Spero di riavere tutti in finale”.
L’Inter ha cambiato marcia negli ultimi mesi, ora è un gruppo compatto: “La mia esultanza è la dimostrazione di tutto questo. Questa era la 18esima partita in 2 mesi, un girone intero in 60 giorni. Non era mai capitato nella storia del calcio. Tenevamo a questa partita, non vincere stasera ci avrebbe tenuto sulle spine un’altra settimana. Insieme si riescono a fare queste cose, a vincere i trofei e raggiungere le finali di Champions. Abbiamo passato un momento difficile, potevamo mollare, sarebbe stata la cosa più semplice. Invece ci siamo ritagliati 3 mesi straordinari. Che sentimento prevale adesso? La serenità, come sempre avuta nei momenti complicati. Bisogna cercare di lavorare e ascoltare poco. Non solo io, anche i miei ragazzi. Se si perde poi è giusto venire criticato da gente che capisce. Ma io ai ragazzi ho chiesto di non ascoltare nessuno, di guardare solo la bacheca e aggiungere trofei”. Al triplice fischio ha parlato anche Niccolò Barella ai microfoni di Sky Sport: “Abbiamo dato subito un segnale, giocare due giorni dopo la finale non è mai facile. Volevamo confermare un posto in Champions, ora ci sarà il Torino, poi penseremo al Manchester City. La mia stagione? Come il campionato dell’Inter, a volte potevo fare meglio e mi dispiace. L’importante è essere ora in forma per dare una mano ai compagni per queste ultime due gare”.