Il Ministro per gli Affari Europei non è molto d’accordo con i magistrati che avrebbero rilevato un ritardo sui conti
Fitto richiama la Corte dei Conti. Il ministro per gli Affari Europei dà un piccolo monito ai magistrati della Corte, rei si aver notato qualche ritardo pesante sui conti relativi al Pnrr. Non è un caso che Fitto richiami l’attenzione dei funzionari della Corte dei Conti dopo che quest’ultimi hanno definito e presentato il Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica e la diagnosi sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e la loro conclusione non sembra essere positiva. Conti e spese alla mano da gennaio ad aprile sono stati programmati 1,1 miliardi di euro, su una programmazione attiva di 32,7 per tutto l’anno. Non una bella prospettiva.
Per il ministro “l’attuazione del Pnrr è una sfida per tutto il Paese, come ci ricorda sempre il presidente Mattarella. Serve un approccio costruttivo da parte di tutti, affinché i progetti si realizzino e si rendicontino in modo adeguato. Ognuno deve contribuire in maniera proattiva al raggiungimento dell’obiettivo comune: realizzare interamente il Piano, ammodernare il Paese e renderlo competitivo. Quindi tutti dobbiamo lavorare, soprattutto tra istituzioni, privilegiando la prudenza e il confronto preventivo“.
Per il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, quasi non si riesce a capacitare di questa presa di posizione della Corte dei Cionti e sottolinea che “nei prossimi mesi partiranno le rendicontazioni di molti progetti e di molti interventi“, ma anche che “sarebbe auspicabile un approccio costruttivo della Corte dei Conti, che potrebbe supportare tutti i soggetti attuatori nella fase di rendicontazione, di campionamento, e di verifica del raggiungimento dei risultati, elaborando format, sistemi di autocontrollo che semplificherebbero i compiti dei singoli soggetti attuatori“.
L’opposizione ha preso subito a pretesto questa nota di Fitto per attaccare e rispondere sul fatto che il titolare degli Affari Europei “vorrebbe controllare la Corte dei Conti, ma è un’esagerazione. Tanto che Fitto conclude la sua nota facendo un piccolo appunto: “I controlli non si sovrapporrebbero e il sistema sarebbe in grado di rispondere più efficacemente alle richieste europee. Lavorare insieme, lavorare costruttivamente, lavorare bene“, aggiunge Fitto