“Sarebbe stucchevole se il nome e cognome del commissario alla ricostruzione fosse agganciato al dibattito politico, e a Tajani dico venga in Emilia Romagna a vedere come abbiamo lavorato nel dopo terremoto”. Parole del governatore Bonaccini a margine dell’incontro col ministro Fitto sul Pnrr, e le risorse da sbloccare e da destinare alla ricostruzione della regione dopo la tragedia dell’alluvione
Dibattito stucchevole. Lo dicono o lo hanno detto tutti a proposito della scelta, dell’individuazione del commissario straordinario alla ricostruzione dell’Emilia Romagna dopo l’emergenza alluvione.
Lo ha ribadito anche oggi, Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna alla fine dell’incontro col ministro Fitto che prosegue gli appuntamenti con i Presidenti delle singole Regioni per coordinare istituzionalmente con la Presidenza del Consiglio dei Ministri la programmazione e l’impiego dei fondi nazionali ed europei. “L’intento è di ottimizzare le possibili sinergie tra le misure delle politiche di Coesione programmazione 2014-2020 2021-2027 e il Pnrr- ha detto il ministro- facendo il punto sullo stato dell’arte dell’attuazione dei programmi, a partire da quelli della programmazione 2014-2020. Una ricognizione che consentirà l’impiego ottimale dei fondi fino a oggi non gestiti in maniera sinergica ed efficiente, con ovvie ricadute sulla disparità tra i territori. Un percorso collaborativo necessario per correggere gli errori del passato e puntare agli interventi strategici che consentano all’Italia di allinearsi al livello che merita e che l’Europa ci richiede”, ha concluso Fitto.
“L’incontro è andato molto bene, Fitto ha confermato la volontà di arrivare il prima possibile a un accordo con le regioni sui fondi sviluppo e coesione”. Sono state queste le prime parole di Bonaccini lasciando gli uffici di Palazzo Chigi, dove c’è la sede del ministro Fitto, “Per noi vorrebbe dire centinaia di milioni di euro a disposizione – ha osservato – siamo già pronti con la destinazione dei progetti, gran parte andranno su lotta al dissesto idrogeologico, ricostruzione di infrastrutture e rigenerazione urbana. Se si aprissero altri spazi sul dissesto nella ricognizione che il governo farà sul Pnrr, noi saremo pronti a presentare ulteriori progetti“. Ma l’attesa dei cronisti, non era solo sulle risposte che il presidente della Regione Emilia Romagna avrebbe dato in materia di Pnrr e di fondi ulteriori ai quali attingere o da sbloccare, sperando aumentino gli investimenti destinati alla ricostruzione di buona parte della Romagna. Perchè, inutile girarci attorno, dentro e fuori dalla maggioranza di governo, il tema o comunque uno dei temi che divide è: chi sarà colui al quale verrà affidata la responsabilità appunto della ricostruzione della regione flagellata dalla alluvione del 16 maggio?
“Il commissario per l’emergenza alluvione non deve essere nominato domattina, ci mancherebbe. Decide il governo nella sua potestà. Dico solo che l’Emilia Romagna è abituata, in occasione del terremoto tenne insieme emergenza e ricostruzione“. Così dunque Bonaccini incalzato dalle domande, “Ora dobbiamo dare risposte all’emergenza, che c’è ancora, e pensare alla ricostruzione. Anche perchè alcune opere vanno fatte adesso, prima dell’arrivo di autunno e inverno. Decidano quando voglio, confido che lo faranno in tempi ragionevoli“. Sin qui i toni appaiono concilianti, ma mentre Bonaccini non manca di sottolineare come abbia ben lavorato col premier Meloni e con lo stesso ministro Fitto, diversamente la sua voce assume fermezza e fastidio, in risposta a chi gli fa notare che solo 2 giorni il vicepremier Tajani in merito alla scelta del commissario, ai microfoni del tg1 aveva detto: “serve una persona che possa dedicarsi a tempo pieno“.
“Tajani dice che serve un commissario che si dedichi a tempo pieno all’emergenza alluvione? Se vuole sapere come abbiamo ricostruito sul terremoto, e lo sa bene, venga a chiedere qualche informazione. Il problema non è il nome e il cognome… Sarebbe stucchevole infatti se fosse agganciato ad un tema di disputa politica. Quindi a Tajani dico, venga in Emilia Romagna, forse troverà una risposta esemplare come, la definì il presidente della Repubblica Mattarella lo scorso anno, osservando il lavoro fatto sulla ricostruzione post terremoto”.