Recentemente, Jane Fonda ha confessato le proprie opinioni su alcune figure celebri del secondo novecento cinematografico.
E’ proprio quando la parabola lavorativa di un grande attore o regista inizia a farsi discendente, che questo inizia a confessare gli aneddoti e le opinioni più interessanti sui colleghi e sul panorama cinematografico in generale.
Questa volta, dopo le severe dichiarazioni di Tarantino sul cinema contemporaneo, è stata Jane Fonda a rivelare più di un’aneddoto su grandi personalità dello scorso secolo.
La mitica attrice newyorkese, ha collaborato con alcuni dei più importanti registi e attori del secondo novecento, accumulando una serie innumerevole di episodi su ognuno di questi. Recentemente, al Festival di Cannes, la star di A piedi nudi nel parco (1967) ha serenamente svelato più di un’opinione su queste leggende della cinematografia mondiale, lasciando piuttosto stupiti gli appassionati più affezionati. Difatti, la stella ormai 85enne, ha applicato ai ricordi di una carriera gloriosa, i filtri dell’odierna sensibilità rispetto ai temi più delicati, ottenendo delle figure alquanto controverse. Tra i vari nomi, spicca senza dubbio quello di Jean-Luc Godard – deceduto lo scorso 13 Settembre 2022 – con cui l’attrice ha collaborato in Crepa padrone, tutto va bene (1972), che sembrerebbe non aver fatto un’impressione particolarmente positiva alla giovane Fonda: “Godard? Un narcisista. È un grande regista, certo. Ma come uomo, mi spiace, no”, opinione certamente influenzata dalle dichiarazioni dell’epoca del regista francese, che mise in discussione l’autenticità dell’impegno politico dell’attrice nel contrastare la guerra in Vietnam.
La stella newyorkese si è ha anche espressa su Robert Redford, con il quale si formò un proficuo sodalizio, culminato in diversi set condivisi. I due, infatti, compaiono insieme in ben quattro lungometraggi e, Jane Fonda, afferma che in tre di questi, vi era un forte sentimento nei confronti dell’affascinante attore californiano: “Ero innamorata di lui, ma lui non amava baciarmi, era sempre di cattivo umore e io pensavo fosse colpa mia. L’ultimo film che ho realizzato con lui risale a sei anni fa [Le nostre anime di notte]. Avrò avuto ottant’anni, qualcosa del genere. E finalmente ho realizzato di essere cresciuta. Quando lui arrivava ancora sul set con tre ore di ritardo e di cattivo umore, sapevo che non fosse colpa mia e non lo era stato neanche quarant’anni fa. Ha sempre avuto problemi con le donne”.
Fonda ha concluso con una dichiarazione degna della sua figura da attivista femminista: “Tutti noi dovremmo comprendere che non ci sarebbe il cambiamento climatico se non ci fosse il razzismo. Non ci sarebbe la crisi climatica se non ci fosse il patriarcato. Esiste una mentalità che vede le cose in modo gerarchico. Gli uomini bianchi sono quelli che valgono più, mentretutto il resto è relegato nello sfondo”. Parole dure, che provengono da una donna di successo, che ha pagato sulla proprio pelle le conseguenze del patriarcato e della discriminazione, caratteristica del mondo dello spettacolo e del cinema in particolare.