Maurizio Landini fa capire, chiaro e tondo, che non bisogna perdere altro tempo. Anzi, che câè bisogno di una âdiscussione seriaâ per quanto riguarda il salario minimo. Un campanello dâallarme che è stato lanciato, inevitabilmente, nei confronti del governo. Il segretario generale della Cgil ne ha parlato in una intervista rilasciata al quotidiano âLa Stampaâ dove ha affrontato piĂš temi. In particolar modo per quanto riguarda sullâimposizione di una legge che misuri la rappresentanza, che definisca i contratti ed il loro valore (vale a dire un âeccesso di intese pirataâ).
Poi si sofferma sulla questione del salario minimo che, sotto il quale, lo stesso non può assolutamente scendere. Sono due argomenti che, per il segretario, devono essere affrontati quanto prima e che devono essere fatti bene. Chiaro segnale al governo che, secondo Landini, non sta facendo nulla per affrontare questo problema. Anzi, invita ad una finalizzazione delle riforme sentendo le parti sociali. Insomma, mettere a disposizione dei soldi soprattutto per i contratti scaduti che sono veramente tanti.
âLa politica del lavoro è questaâ fa sapere Landini. Questâultimo continua dicendo che non si può affrontare questo tema allargando i voucher e liberalizzando i contratti a termine. Nemmeno con i condoni o âfacendo passare per furbi chi evadeâ. Poi un riferimento al governatore della Banca dâItalia, Ignazio Visco: âFa riferimento al part-time involontario, gente pagata per 20-25 ore quando vorrebbe e potrebbe essere impiegata a tempo indeterminatoâ. Una volta che aggiungi il tutto, cosa hai come risultato?
Che si vedrĂ del lavoro precario e con gli anni passati senza rinnovare i contratti. Per il sindacalista non ci sono dubbi: il governo non sta facendo nulla per risolvere il problema. Anzi, non starebbe nemmeno dialogando per affrontarlo. Anzi, nel caso in cui si dovesse muovere la sua mossa sarebbe comunque sbagliata. Tanto da fare un esempio con la Corte dei Conti ed il Pnrr, due argomenti molto discussi nellâultimo periodo: âLo ripeto ancora una volta: si tratta di una decisione autoritaria e stupidaâ.