L’attore e comico di fede giallorossa ha parlato in esclusiva a Notizie.com: “L’arbitro ha preso decisioni deprecabili, i rigori mi hanno ricordato la finale con il Liverpool. Peccato per l’atteggiamento dal secondo tempo”
La delusione, il giorno dopo, forse è ancora più cocente. Roberto Ciufoli commenta in esclusiva a Notizie.com la finale di Europa League tra la Roma e il Siviglia, decisa soltanto ai calci di rigore dopo una partita interminabile. L’attore e comico, tifosissimo giallorosso, se la prende con la sfortuna, con l’arbitro e anche con l’atteggiamento mostrato dal secondo tempo: “Non mi piace l’idea costante del catenaccio…”.
Roberto Ciufoli, quale sensazione prevale il giorno dopo la finale persa?
“Delusione e dispiacere. Ci sarebbero un bel po’ di cose da dir sul risultato e sulla sorte. La Roma si è battuta fino all’ultimo secondo, su quello non ho nessuna critica da muovere. Purtroppo i cambi non hanno aiutato, anzi. Soprattutto Wijnaldum”.
Quanto ha inciso la sfortuna?
“Ne abbiamo avuta parecchia. In primis per aver trovato un arbitro indecente. Non sapeva proprio cosa fare, ha sbagliato ogni scelta. Qualche decisione che ha preso è opinabile, altre sono state deprecabili. L’ho visto in completa confusione”.
Come hai vissuto i calci di rigore?
“Male come sempre, sono una giostra orrenda. Mi hanno ricordato purtroppo la finale di Champions League con il Liverpool, quello rimane un ricordo doloroso. Hanno inciso la stanchezza e l’emozione, anche se penso che ci voglia un addestramento migliore per i rigori. Non avevamo specialisti in campo, però parliamo pur sempre di professionismo. E si deve saper calciare da 11 metri di distanza”.
Mourinho ha sfiorato un altro trofeo internazionale.
“Mi dispiace che non abbia avuto qualche ricambio in più per una sfida del genere. La squadra è arrivata alla finale a pezzi, con calciatori non in condizione. Apprezzo Mourinho, non mi piace però l’idea costante del catenaccio. Abbiamo giocato bene all’inizio e segnato un gol, poi è cominciata la partita fotocopia di quella con il Leverkusen. Per me non è un atteggiamento mentale vincente, ma di inferiorità palese. Si punta sempre sulla resistenza a tutti i costi, nel calcio moderno non si può giocare sempre tutti dietro, aspettando che siano gli altri ad attaccare”.
Si deve ripartire con il portoghese in panchina?
“Lui mi piace come personaggio, comunicatore e motivatore, però il catenaccio all’italiana è finito da un pezzo. Ora dipende tutto da cosa gli proporrà la proprietà. Se arriveranno calciatori importanti, e non è facile visto che siamo fuori dalla Champions, penso che rimarrà. Altrimenti credo che farà altre scelte”.