Josè Mourinho sviscera più di un tema nell’amara conferenza stampa post finale di Europa League. Gli argomenti sul tavolo? Dybala, l’arbitro e il futuro.
La Roma di Josè Mourinho esce sconfitta dalla Puskas Arena di Budapest e lo Special One, in conferenza stampa, parla dell’arbitro, del futuro e delle lacrime di Dybala. I calci di rigore sanciscono la conclusione di un percorso quasi eroico, di una Roma sfavorita sin dall’inizio della competizione.
La capitale è in silenzio, ma l’allenatore dei giallorossi non ha paura di parlare ne ai suoi giocatori qualche istante dopo il rigore decisivo di Montiel, ne tantomeno in conferenza stampa, dove affronta l’interrogatorio mediatico con invidiabile lucidità.
Il tecnico portoghese mette immediatamente l’accento sulle difficoltà del match sul piano fisico e mentale: “Ho detto o coppa o morte, siamo morti. Fisicamente, mentalmente è stata una partita durissima, una partita di un livello altissimo di competitività, di intensità, di incertezza del risultato. Una partita in cui si sente la pressione contro una squadra che ha più talento di noi, più soluzioni di noi, che ci somiglia in determinati aspetti”.
Mourinho ha anche risposto alle domande su Dybala e il pianto finale: “Paulo è stato gravemente infortunato, ovviamente quando vedi Paulo giocare oggi capisci che, con Paulo in campo negli ultimi due mesi, i nostri risultati sarebbero stati ben diversi”, e sul pianto “Sono modi diversi di reagire, io di solito piango quando vinco, quando perdo no. Ma è fantastico vedere come Paulo e i ragazzi siano tristi, significa che sentono l’amore per la maglia e per la competizione”.
Siamo sicuri che nelle prossime ore la direzione arbitrale sarà un tema dominante e lo Special One ha detto qualcosa anche su questo aspetto: “Spero che Tayler il prossimo anno faccia le sue cag**te in Champions, dove noi non giocheremo. E’ ingiusto. Grande partita, grande finale, intensa, maschia, vibrante. E’ stata una partita con un arbitro che sembrava spagnolo… gialli, gialli, gialli. Lamela andava espulso, ma alla fine ha tirato i rigori“.
Ovviamente non poteva mancare l’argomento “futuro”, su cui l’ex Tottenham è stato piuttosto criptico: “Voglio rimanere, ma i miei giocatori meritano di più. E anche io merito di più. Sono un po’ stanco di essere allenatore, essere uomo di comunicazione, di essere quello che dice che siamo stati derubati. Sono un po’ stanco di essere tanto. Io voglio rimanere nella condizione di dare di più. La prossima stagione non giochiamo la Champions e penso che sia una buona notizia, perché non siamo una formazione di quel livello”. Ha poi concluso: “Io lunedì vado via, ma le mie cose restano a Trigoria. Io ho lasciato la mia casa, ma ho tutte le mie cose a Trigoria. Lunedi vado in vacanza e le mie cose restano lì. Penso che sia il momento di parlare con la proprietà, o per la proprietà parlare con me. Penso che sia quel momento“