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Politica

Terremoto Pd dopo le elezioni, la Schlein rischia già la segreteria?

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Francesco Gnagni

Dopo la batosta delle ultime tornate elettorali locali parte già il processo, all’interno del Partito Democratico, alla segretaria Elly Schlein. Persino la stampa tradizionalmente “amica” la attacca, mentre la segretaria va su tutte le furie. Mentre all’interno della sua coalizione c’è già chi pensa di “fargli le scarpe”. Le tante comparsate televisive di Bonaccini in queste ultime ore, secondo i più maligni, lo testimoniano in maniera molto chiara.

C’è anche chi attacca la Schlein di eccessivo autoritarismo, chi invece si spacca in vista dell’eurovoto sulle munizioni, chi invece guarda il terzo Polo da una posizione più riformista. Persino Giuseppe Conte, il leader dei Cinque Stelle reduce da tutt’altro che tornate elettorali positive, con il suo partito che pian piano sta letteralmente scivolando fuori dai radar elettorali, se ne fa gioco.

(Ansa)

Neanche il tempo di una giornata di riflessione, che dalle parti di Via del Nazareno si giura di percepire più di un terremoto. Solamente 24 ore dopo la sconfitta ricevuta nei ballottaggi, che hanno attestato il match su uno scottante 9-3 per la coalizione di centro-destra contro quella di sinistra, la segretaria del Pd Elly Schlein ha annullato l’incontro con la Presidente del Parlamento Europeo Metsola per restare a Roma, al Nazareno, e confrontarsi sull’attualità.

Cosa sta accadendo dalle parti di Via del Nazareno

I suoi sodali cercano di giustificare la decisione dicendo che in questo modo la segretaria intende assumersi le proprie responsabilità, di quella che è a tutti gli effetti una sconfitta che non si può negare. Che si tenta di non imputare alla stessa Schlein, solamente da poco eletta segretaria, seppure a molti già questa tesi non convince. Insomma, la domanda che sta circolando in queste ore è palese. Nel PD c’è già chi immagina di far fuori la nuova segretaria, in così poco tempo?

Le voci sono diverse. Per l’ex guardasigilli Andrea Orlando non si tratta di un caso italiano, ma da ricondurre a una più ampia dinamica del voto europeo. Come scrive però oggi Il Giornale, la luna di miele della segretaria sembra essere già finita. Gli stessi media che subito dopo la sua elezione si apprestavano a registrare una presunta onda positiva dovuta all’arrivo della Schlein hanno già fatto retromarcia, mentre c’è chi l’accusa di eccessivo autoritarismo.

(Ansa)

Così si ripresentano di nuovo le “correnti” interne al partito. Dai cattolici che fanno riferimento a Pierluigi Castagnetti ai riformisti che invece guardano nella direzione del sindaco Giorgio Gori o dell’ex ministro Valeria Fedeli, ma che più che altro sembrano puntare dalle parti di Calenda e Renzi. Di fatto, il partito è spaccato, persino sul fronte orientale tra filo-putiniani e atlantisti pro-Ucraina. Mentre la segreteria continua a navigare in alto mare, in attesa, forse, delle europee del 2024.

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Francesco Gnagni