“Io ho detto che quando lo Stato invece di dare lotta all’evasione fa caccia al gettito, rischia di fare importi a tutti i costi e si fanno cose bizzarre che sono appunto più simili alla caccia al gettito”. Non si sottrae alle domande dei cronisti il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante la sua prima volta alla parata del 2 giugno per la Festa della Repubblica. Pausa caffè col presidente del Senato La Russa, applausi del pubblico e gli auguri di Zelensky sulla pace.
La raccontano visibilmente emozionata alla sua prima volta da presidente del Consiglio alla parata del 2 giugno per la consueta Festa della Repubblica.
Sfilano in 5.500 tra militari e civili ai Fori Imperiali. Ad aprire le celebrazioni l’alzabandiera solenne all’Altare della Patria e l’omaggio al Milite Ignoto da parte del presidente della Repubblica, che ha rivolto un saluto ai connazionali che lavorano, studiano e vivono fuori dall’Italia. I 300 sindaci provenienti da tutt’Italia con la fascia tricolore hanno invece dato il via alla manifestazione, poi le bandiere delle forze armate e della Guardia di finanza, dei Gonfaloni di Regioni, Province e Comuni italiani. “E’ una festa molto partecipata e questa e’ una buona notizia”, fa notare il premier prima di raggiungere il palchetto dal quale assisterà alla sfilata.
Un caffe’, prima della parata e dopo gli onori al Milite ignoto, con Ignazio La Russa. Scelgono su un’area di ristoro di largo Corrado Ricci, proprio all’angolo con via dei Fori Imperiali, per attendere l’arrivo del Capo dello Stato. “Congratulazioni a Giorgia Meloni e al popolo italiano per la Festa della Repubblica Italiana”: arriva anche l’augurio del presidente ucraino, Zelensky per la Festa del 2 giugno. “Apprezziamo la solidarietà e il pieno supporto dell’Italia nella difesa della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina”, scrive su Twitter. “Oggi l’Ucraina lotta per i valori europei di democrazia e libertà, che condividiamo con il popolo italiano. Insieme raggiungeremo il nostro obiettivo comune: una pace giusta e sostenibile in Europa e nel mondo”. “Niente che si chiami pace puo’ essere scambiata per invasione. Non si puo’ non considerare che c’e’ un Paese aggredito e uno che ha aggredito e non si puo’ non partire da questo presupposto”. Replica Giorgia Meloni rispetto alle parole del presidente Ucraino.
Ma il capo del governo, nonostante il giorno di festa e le celebrazioni istituzionali, decide di non sottrarsi nemmeno alle altre domande dei cronisti che le ricordano le sue parole pronunciate da Catania alla vigilia del voto per le amministrative. “Temo che non abbiate seguito, perche’ quello che ho detto” sul fisco “non riguarda una parte della imposizione fiscale, ho detto che quando lo Stato, invece di fare lotta all’evasione fiscale, fa caccia al gettito significa che si quota all’inizio dell’anno quanto si prevede di fare dalla lotta all’evasione fiscale – e’ curioso – dopodiche’ si devono fare quegli importi a tutti i costi perche’ altrimenti non si hanno i soldi per coprire i provvedimenti. E si fanno cose bizzarre che sono piu’ simili alla caccia al gettito che alla lotta all’evasione fiscale. Questo secondo me non e’ giusto”. Puntualizza il presidente del consiglio, che poi aggiunge ancora a chi le faceva notare che sempre da Catania aveva parlato di “pizzo di Stato”: “Questo lo giudicheranno gli italiani tra quello che le persone hanno sentito in piazza e quello che, come al solito, certa stampa ha riportato, c’e’ una differenza. Le persone normali vanno a guardare cio’ che hai detto e non le ricostruzioni che fa una certa stampa”. Buona Festa della Repubblica!