Sono diversi i messaggi tra il killer e la povera ragazza che aveva manifestato l’intenzione di lasciarlo
Una storia agghiacciante che sta tenendo tante persone col fiato sospeso e senza parole. L’assassinio della povera Giulia Tramontano sta facendo parlare tutta Italia e sta facendo anche tanto riflettere, una povera ragazza che nel giro di un mese o due al massimo sarebbe diventata mamma, ma invece è stata brutalmente e vigliaccamente ammazzata. Senza pietà alcuna e, pare da alcuni resoconti, anche senza alcun rimorso. Da giorni Alessandro Impagnatiello è in carcere e da giorni stanno arrivando le chta tra i due. “Prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori separati? Ma che madre sei?”.
Il giorno è il 25 maggio, esattamente due giorni prima di ammazzare Giulia, ed è il messaggio che Alessandro Impagnatiello scrive alla povera ragazza. La donna, incinta di sette mesi, da tempo sospetta che il suo compagno frequenti un’altra persone. E dalle prime ricostruzioni che stanno facendo gli agenti della polizia e dei carabinieri, si sta delineando sempre di più un quadro davvero angosciante.
Una prima conferma arriva all’inizio del mese di maggio, quando la povera 29enne trova un rossetto non suo nella macchina del barista. Da qui inizia una conversazione su whatsapp che sfocia in una pesante lite tra i due,. Una discussione che l’uomo, per crearsi un alibi, continua ad intrattenere fino al 31 maggio, ma la sera del 27 Giulia viene uccisa, anche se Impagnatiello la sera del 31 scriveva: “Siamo al 4 giorno (dalla scomparsa, ndr), finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico“.
E si ritorna al rossetto con il killer che alla domanda di Giulia “di chi è quel rossetto”, le risponde: “Che cavolo ne so, non ne ho minimamente idea!“. Giulia a quel punto replica: “Mio non è, è di qualcuno che è stato sul lato passeggero e sarà caduto. Chi è entrato in macchina?“. Lui tentenna, lei non cambia e insiste: “Non è caduto niente di generico ma qualcosa di estremamente specifico, un rossetto da donna. Dal momento che non è mio significa che qualcuno lo ha perso. Le cose non compaiono all’improvviso, non può crescere un rossetto in macchina“. La sua risposta: “Non so di chi cazzo sia quel rossetto”. A quel punto Giulia Tramontano va su tutte le furie: “Ieri chi è salito in macchina? Rispondi come si deve sennò non ti rispondo più e mi vedrai nel binocolo. Deficiente non sono“. Davanti ai suoi tentennamenti, Giulia continua: “Quando torni chiudiamo i conti“.