Lo svedese dopo la partita con il Verona ha preso il microfono e ha parlato davanti al pubblico di San Siro: “Ringrazio tutti, sarò milanista a vita. Ci vediamo in giro, se sarete fortunati…”
Il Milan vince l’ultima partita stagionale con il Verona e spinge i gialloblù allo spareggio con lo Spezia, finito ko all’Olimpico contro la Roma. Ma la serata rossonera va oltre i semplici 90 minuti: Zlatan Ibrahimovic, visibilmente commosso, entra in campo per il saluto ai tifosi e… al mondo del calcio.
“Ho tanti ricordi e tante emozioni qui dentro”, ha detto l’attaccante, pronto a rispondere a tono anche ai fischi che nel frattempo stavano arrivando dal settore ospiti. “Non respiro ma va bene”, ha proseguito. “La prima volta che sono arrivato al Milan mi avete dato felicità, la seconda volta mi avete dato amore. Voglio ringraziare la famiglia e tutti quelli che mi sono stati vicino. Voglio ringraziare la mia seconda famiglia: i giocatori. Voglio ringraziare il mister e staff per la responsabilità che mi è stata data. Voglio ringraziare i dirigenti per l’opportunità data. Per ultimi, ma non per importanza, voglio ringraziare i tifosi”.
Ecco poi l’annuncio: “Mi avete ricevuto con braccia aperte, mi avete fatto sentire a casa, sarò milanista per tutta la vita. È arrivato il momento di dire ciao al calcio, non a voi. Ci vediamo in giro se siete fortunati, forza Milan e arrivederci”. Negli ultimi mesi si era parlato di un suo possibile trasferimento al Monza di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, stasera lo svedese ha invece comunicato la sua decisione di lasciare il calcio giocato. L’ultima stagione per lui è stata complicatissima dal punto di vista fisico. Appenderà gli scarpini al chiodo come annunciato davanti ai suoi tifosi, a cui ha riservato un inchino speciale (sotto la Curva Sud).
Ibra poi ha parlato in conferenza stampa: “Non l’avevo detto nessuno che avrei lasciato il calcio. Voglio ringraziare anche i giornalisti per la pazienza, ora avranno meno lavoro da fare. Scherzi a parte, grazie a tutti. Da domani sono un uomo libero da questo mondo, è stata una carriera lunga. Sono orgoglioso e felice, è durata molto la mia carriera. Grazie a chi mi ha dato forza, adrenalina ed emozioni per continuare. Oggi è l’ultima giornata come professionista, voglio ringraziare il Milan per quanto fatto. Anche tutte le altre squadre in cui sono stato, compresa la Nazionale. Il futuro? Adesso arriva il prossimo capitolo della mia vita”.
Sulle emozioni provate: “Oggi mi sono svegliato e pioveva, ho detto ‘pure Dio è triste!’ Neanche la famiglia lo sapeva, volevo che tutti lo sapessero allo stesso momento. Oggi sembravo uno zombie, non scherzavo e non parlavo. Troppe emozion. Se questo fosse successo 3 mesi fa, sarei andato nel panico. Ora invece lo accetto. Sono un po’ triste, ho fatto questo per tutta la vita. Il calcio mi ha fatto diventare uomo e fatto conoscere persone che non avrei mai incontrato. Ho viaggiato in tutto il mondo grazie al calcio. Sono tornato qui perché non avevo perso la passione, la squadra è diventata una seconda famiglia. Sono tornato a 38-39 anni, c’erano tanti ragazzi in rosa, il mister mi ha dato responsabilità. Stasera non è stato facile, quando ho iniziato a parlare, tutti hanno pianto. Guardavo i compagni e piangevano. Guardavo i tifosi e piangevano. Guardavo mia moglie e piangeva, peggio di tutti. Allora ho guardato dappertutto velocemente. Sono Superman, però ho un grande cuore. Chi mi conosce lo sa”.
Ha parlato di panico, ha spiegato a cosa si riferisse: “Ora mi sveglierò e magari non saprò cosa fare. Non ci sarà l’adrenalina e non avrò un programma da seguire con la squadra. Mi mancherà lo spogliatoio, è una casa per i calciatori. Quando ho deciso di smettere? Negli ultimi 10 giorni ho detto basta. Volevo finire bene, ogni calciatore ha un sogno di finire in campo, purtroppo non ho potuto. Ma quello che ho passato oggi è stato troppo forte e bello lo stesso, un ricordo che mi porterò dietro per tutta la vita. Devo trovare altre destinazioni per la macchina, invece di fare la strada per Milanello. Quando ero in America non avevo intenzione di tornare in Europa, poi Mino (Raiola, ndr) mi ha convinto di tornare per una partita, invece sono andato avanti per 3 anni. Colpa della troppa passione per il calcio e della mia mentalità, non sono mai soddisfatto”.
Sul prossimo ruolo nel mondo del calcio: “Non è giusto decidere in fretta, ora ho troppe emozioni. Voglio godermi l’estate, prendermi il tempo giusto per riflettere, poi quando si calmerà la situazione vediamo. Essere allenatore o direttore è una grande responsabilità, da calciatore uno può essere più se stesso. Magari cambio un po’ di regole e come allenatore vengo al campo in Ferrari (ride, ndr). Non penso di lasciare il calcio in generale. Devo crescere negli altri ruoli, non so se potrò diventare un allenatore top. Vediamo. Quando è successa la tragedia di Mino per me non è più stato lo stesso. Ero da solo, non avevo uno con cui parlare di tutte le cose. Sono uno molto riservato, ma con lui ho condiviso ogni cosa. Fosse stato per lui, avrei continuato a giocare. Avrebbe voluto la commissione (ride, ndr). Scusa Mino, ma è la verità! Il nuovo Zlatan? Di Zlatan ce n’è uno, ogni calciatore è diverso. Quando ho iniziato mi paragonavano a Van Basten, ma lui è lui e Ibra è Ibra”.
Sul momento più bello al Milan: “Un finale come oggi non potevo nemmeno sognarlo. Per avere un finale così devi avere un certo feeling con tutti, dal primo giorno mi sono sentito a casa al Milan. Sia con il vecchio Milan, sia con quello nuovo. Anche se stavo male per l’infortunio, godevo tutti i giorni perché sapevo quanto mi sarebbe mancato tutto dopo. Ho accettato l’addio, doveva arrivare da me. Ho ricevuto tanti consigli, poi ho sentito dentro che era arrivato il momento. C’erano offerte, ma non erano interessanti. Se uno decide di non continuare, non gli interessano più le offerte”.