A seguito delle indagini emergono le macabre conversazioni che c’erano state prima del delitto e anche successivamente
Giulia Tramontano si trovò ad affrontare una dolorosa scoperta riguardante tradimenti e menzogne del suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello, e decise di porre fine alla loro relazione. Due giorni prima dell’omicidio, precisamente il 25 maggio, il trentenne si rivolse a Giulia in modo sconcertante: “Veramente, prima ancora di far nascere un bambino, tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!“.
La giovane di ventinove anni, incinta al settimo mese, rispose concitatamente ad Alessandro, spiegandogli la sua decisione di non volerlo più considerare il suo compagno: “Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso“, affermò, aggiungendo che non desiderava più nulla da lui e che cercava la sua pace. Tuttavia, accennò anche alla necessità di condividere una casa fino a quando fosse stato necessario. Di fronte alla sua provocazione “che madre sei?“, Giulia rispose sarcasticamente: “L’importante è che tu sia un buon padre, io penso a me, tranquillo“. La risposta di Alessandro fu: “Ma ti sembra normale parlare così con un bambino in pancia?“. Esasperata, Giulia replicò: “Non mi sembra normale invece far arrivare una persona a questo limite“. I messaggi di Impagnatiello a Giulia dopo l’omicidio continuarono per giorni. Secondo gli inquirenti, egli voleva depistare le indagini sulla scomparsa della compagna. Si lamentava di essere perseguitato dai “giornalisti” che “mi stanno molestando sotto casa. Ti prego – supplicava la donna, già morta da quattro giorni – è invivibile così“.
Dalla mezzanotte di sabato, poche ore dopo averla uccisa, Alessandro iniziò a inviare messaggi al cellulare della vittima. La mattina successiva, le scrisse dal lavoro, raccomandandole di riposarsi. Di fronte al silenzio di Giulia, ormai deceduta, chiese: “Hey, ma sei ancora a letto?“. Così proseguì per tutta la giornata di domenica, quando venne sporta la denuncia di scomparsa. I messaggi continuarono anche nei giorni successivi, mentre la disperata ricerca della giovane continuava. Impagnatiello scrisse: “So che non sono stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi. Ti ho mancato di rispetto. A te che sei stata la prima ed unica ragazza ad avere accolto mio figlio“.
Impagnatiello era già padre di un bambino avuto da una precedente relazione. Continuò: “Mi hai fatto esplodere il cuore. Non volevo spezzare il tuo io invece. Non volevo che non ti brillassero più gli occhi quando stavamo insieme. Hai ragione su tutto, ma voglio chiederti solo un favore: dicci solo che stai bene“. Queste furono le parole rivolte alla donna che aveva ucciso due giorni prima. La mattina del 31 maggio, dopo aver lasciato il corpo di Giulia in un’intercapedine, secondo quanto confessato la notte successiva, Alessandro le scrisse ancora, chiamandola affettuosamente “Tata“. Dopo essersi lamentato dei giornalisti che lo assediavano sotto casa, le disse: “Siamo al quarto giorno oggi, finiscila con questa storia e fatti sentire, ti supplico“. Questo fu l’ultimo messaggio. Pochissime ore dopo, di fronte alle prove ormai evidenti raccolte contro di lui dagli inquirenti, Impagnatiello confessò l’omicidio, portando alla scoperta del corpo senza vita della giovane incinta.