Dopo mesi di trattative i registi e i tecnici di Hollywood hanno finalmente ottenuto i primi risultati dalle trattative sui contratti di lavoro
Il mito dei lavoratori sfruttati nell’industria del cinema statunitense potrebbe essere giunto al tramonto, ma a quanto pare soltanto per alcune categorie.
The Directors Guild of America – il sindacato dei registi e delle mansioni tecniche legate alla regia – ha comunicato di aver raggiunto finalmente un accordo, ma gli sceneggiatori restano in sciopero per via delle contrattazioni non soddisfacenti.
Registi e tecnici possono esultare per un sofferto accordo ottenuto con i produttori, che hanno aperto il primo spiraglio nella massiccia corazza di potere che li circonda. Sono numerosi i programmi televisivi e le produzioni ferme in questo periodo a causa degli scioperi degli addetti ai lavori, che adesso, oltre le buone parole, sembrano ottenere qualcosa in termini di risultati reali. The Directors Guild of America ha raggiunto un miglioramento delle paghe (fino al 5%), una revisione della sicurezza sul posto di lavoro, nuovi accordi sulle percentuali dello streaming e anche delle garanzie sulla questione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno della lavorazione di un film.
“Poiché ogni nuova tecnologia genera cambiamenti significativi, questo accordo garantisce che ciascuno dei 19.000 membri della Dga possa condividere il successo che creiamo tutti insieme”, queste le parole di Lesli Linka Glatter, Presidente della Directors Guild of America. Jon Avnet, il leader nei negoziati per il sindacato, ha dichiarato: “Abbiamo raggiunto un accordo davvero storico, perché garantisce miglioramenti significativi per ogni regista, assistente, manager della produzione, aiutanti e manager di scena”.
Ora, dopo questo primo grande traguardo, si attende che anche la situazione degli attori e degli sceneggiatori possa evolversi, così da far ripartire a pieno regime l’industria dell’intrattenimento, che negli Stati Uniti ricopre un ampia fetta dell’indotto nazionale. Difatti, l’ultimo grande sciopero degli autori, che risale al primo decennio degli anni duemila (2007), si è protratto per cento giorni, causando il fallimento di svariati programmi, la perdita di migliaia di occupazioni del settore (ben 37 mila) e un emorragia da oltre due miliardi di dollari.
Il tema dell’intelligenza artificiale, soprattutto nel caso degli sceneggiatori, ricopre un tassello importante della trattativa, poiché i primi esperimenti di utilizzo dell’AI in campo creativo, hanno restituito risultati piuttosto inquietanti.