Concorsi pubblici, da oggi in poi si cambia: moltissime le novità che vedranno interessati i candidati. Nuove regole in arrivo
La grande novità arriva direttamente dall’ultimo Cdm che ha dato il “via libera” per quanto riguarda la nuova disciplina dei concorsi. Una vera e propria opportunità di lavoro per i cittadini che sono alla ricerca di un lavoro stabile e duraturo. Ovvero quelli che si inseriscono tra gli interventi del Pnrr per quanto riguarda la semplificazione e digitalizzazione delle procedure amministrative. Il tutto è stato emanato con una nota: lo schema di decreto fissa il limite massimo di 6 mesi per quanto riguarda la conclusione della procedura concorsuale. Come avverrà la pubblicazione dei bandi? Attraverso il portale del reclutamento in Pubblica Amministrazione.
Non solo: anche sul sito istituzionale dell’ente che bandisce il concorso. L’obiettivo principale sarà quello di eliminare qualunque forma di discriminazione. Novità importanti, invece, per quanto riguarda le donne in gravidanza o allattamento. Ricordiamo che l’emendamento del governo è stato approvato, a pieni voti di fiducia, alla Camera. Non solo: il Dpr verrà approvato dal Consiglio dei Ministri. Le stesse che tenderanno a modificare alcune caratteristiche delle selezioni pubbliche.
Concorsi pubblici, tutte le novità: da oggi si cambia
TEMPI STRETTI E SCADENZE: I concorsi dovranno concludersi nel giro di sei mesi. Partendo dal termine di presentazione delle domande dei candidati. Le procedure concorsuali diventeranno digitalizzate (discorso che riguarda anche gli enti locali). Tutto ciò (procedura concorsuale, pubblicazione del bando all’invio delle candidature ed uscita dei risultati) si svolgeranno online tramite il portale InPa.
NO ALLA PROVA ORALE: Almeno fino al 2026 (anno in cui si concluderanno i progetti del Pnrr) non ci sarà alcun tipo di prova orale. Questa è un’altra delle grandi novità che arriva direttamente dal governo targato Meloni. I candidati dovranno affrontare solamente la prova scritta. Una scelta che, però, ha scatenato non poche polemiche.
CONCORSI TERRITORIALI: I concorsi avranno delle divisioni su base territoriale. Nei bandi nazionali i candidati non potranno presentare la domanda di partecipazione. Presentando la domanda di partecipazione i cittadini dovranno indicare la città o la Regione per cui intendono candidarsi e non potranno farlo altrove. Nel caso in cui non si va a coprire il numero di posti messi allora ci sarà lo scorrimento delle graduatorie.
EQUILIBRIO DI GENERE: Cosa si tratta? In ogni bando verrà indicata la % di “rappresentatività dei generi nell’amministrazione che lo bandisce“. Nel caso in cui la differenza tra le quote di uomini e donne fosse superiore al 30%, appartenere al sesso svantaggiato costituirà un titolo preferenziale. Ci saranno delle prove “asincrone” per le candidate in gravidanza o in fase di allattamento.
REQUISITI E SERVIZIO CIVILE: Infine cambieranno anche i requisiti per l’idoneità. I candidati pronti a rientrare nel 20% dei posti successivi all’ultimo di quelli banditi potranno essere identificati come idonei. Non è finita qui visto che è prevista anche l’introduzione di una quota di posti riservati a chi ha svolto il servizio civile.