Giulia Tramontano, nuovi importanti rilievi da parte dei carabinieri in merito all’omicidio che ha visto come vittima la 29enne. Gli ultimi aggiornamenti
Ulteriori colpi di scena arrivano direttamente dalle indagini che stanno conducendo i carabinieri nell’appartamento di Senago dove è stata uccisa Giulia Tramontano. Secondo quanto riportato dai militari dell’arma pare che la donna sia stata colpita alle spalle da parte di Alessandro Impagnatiello. La scoperta arriva dopo gli ultimi rilievi effettuati e, soprattutto, dalle prime analisi delle macchie di sangue che sono state trovate sulle pareti dell’abitazione. Una nuova ricostruzione che smentirebbe le menzogne raccontate dal killer. Anche perché, nella prima versione, il barman aveva rivelato agli inquirenti che la ragazza si era ferita volontariamente con un coltello.
Successivamente lui le avrebbe dato il colpo di grazia per “non farla soffrire“. Una versione a cui gli investigatori non hanno mai creduto. Si tratta di un vero e proprio agguato a freddo nei confronti della sua compagna incinta, Quest’ultima accoltellata alla gola. Solamente gli esami autoptici potranno confermare il tutto. Nella giornata di oggi, in Procura, ci sarà una riunione importante dove parteciperanno gli inquirenti per la preparazione dei quesiti dell’autopsia, fissata per venerdì 9 giugno. La stessa che verrà affidata a consulenti medico legali. Si prevede una richiesta di processo con rito immediato, con l’aggravante della premeditazione. Rischia l’ergastolo.
Nel corso delle indagini gli inquirenti avrebbero trovato delle tracce ematiche e del sangue sul pianerottolo. Una volta entrati nell’abitazione gli investigatori hanno trovato la casa in ordine e pulita. Le tracce di sangue sarebbero state trovate solamente grazie al luminol. Impagnatiello ha sempre avuto cura dell’ordine, tanto da essere definito “maniacale” in tutto quello che faceva. Tanto da essere “ossessivo compulsivo“.
Si sta cercando di fare chiarezza anche sul presunto ruolo della madre del killer. La stessa che avrebbe accompagnato il figlio, nei pressi di un bar non poco distante dall’abitazione, per cercare di capire se nella zona fossero presenti delle telecamere. Molto probabilmente per capire se le stesse avevano inquadrato la giovane che, secondo Impagnatiello, si era data alla “fuga”. Ed invece non era nient’altro che l’ennesima bugia che il barman aveva raccontato durante l’interrogatorio. Da capire se il killer sia stato aiutato, o meno, da qualche altro complice.