Il deputato del Partito Democratico, che ha avuto le deleghe durante il governo Conte per i rapporti con l’Ue, avvisa la maggioranza
La paura fa novanta e l’attesa spasmodica da parte del Governo su come muoversi sul Pnrr e con le scadenze vicine, agita i partiti dell’opposizione, soprattutto Enzo Amendola che con l’Europa è abituato a parlare da sempre e vorrebbe avere un po’ di chiarezza su quello che bisogna fare. Inizialmente, nella sua chiacchierata col Foglio, prova a scherzarci sopra: “Non vorrei essere invece negli autori della Relazione semestrale sul Pnrr. Il motivo? Se fosse legge la proposta Rampelli, quella contro i forestierismi nei documenti ufficiali, dovrebbero rispondere di ben ventuno immotivati anglismi”. Prova a fare qualche battuta in tal senso, ma gli obiettivi sono il Ministro Fitto, che non smette di essere ottimista sulle scadenze, ma anche al Premier Giorgia Meloni.
Per Enzo Amendola non è facile parlare di questo argomento, anche perché dalla relazione che ha preparato il Governo, a suo parere, non si capisce granché e lo dice apertamente, ma senza mettere fretta o ansia di qualche genere. Sa bene che il periodo è delicato: “La verità è che attendevamo questo documento con ansia, come i cinepanettoni a Natale. Alla fine, sia pur in ritardo, di Relazioni ne sono arrivate ben due, tra loro peraltro diverse”.
“La preoccupazione è per il 31 agosto, l’Italia deve chiudere la trattativa con Bruxelles”
Secondo Amendola le differenze tra i due documenti sono diverse ed è questa una delle sue preoccupazioni, anche se non è proprio su questo argomento che il deputato del Pd, che ha già lavorato con i governi Conte II e Draghi, vule pressare la maggioranza. “La nostra preoccupazione è per la scadenza del 31 agosto, entro cui l’Italia deve chiudere la trattativa con Bruxelles sulle modifiche al Piano e RePowerEu. Per ciò dico a Fitto e alla premier Meloni: venite in Parlamento, apriamo una sessione straordinaria per discutere insieme delle modifiche al Pnrr”.
Un invito, sostiene il deputato del Pd Amendola che “è valido da mesi. E lo è tanto più ora che, con la pubblicazione della Relazione, sono venuti meno alcuni alibi”. Per il deputato del Partito Democratico bisognerebbe sfruttare quanto lasciato dal Governo Draghi e andare su quella scia, non farlo sarebbe un peccato e un rischio altissimo al quale il paese non può andare incontro.