“Rimetteremo in piedi l’Italia”. Chiude Così il premier Giorgia Meloni dal Salento ospite di Bruno Vespa, la sua intervista col noto conduttore Rai. Le accuse di autoritarismo, il Mes, l’Autonomia, la guerra in Ucraina, il Pnrr. Il presidente del Consiglio tocca tutti i temi politici più caldi e rivela di aver telefonato alla madre di Giulia Tramontano
La notizia arriva all’inizio dell’intervista, il titolo in coda. Si dice così nel linguaggio giornalistico che ben conosce il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite in Salento di Bruno Vespa per la quarte edizione di “Forum in Masseria”.
La Terza Camera dello Stato, per qualche giorno, migra al sud in Puglia. Il noto conduttore Rai, avrà al suo cospetto buona parte della squadra di governo. Chiuderà la rassegna Giuseppe Conte, unico esponente dell’opposizione a presenziare l’evento. Elly Schlein ha declinato l’invito. Il presidente del Consiglio col Falcon 900 dell’Aeronautica militare era atterrato all’aeroporto di Grottaglie ieri sera alle 20.08, con poco più di due ore di ritardo rispetto all’orario previsto, e così solo stamattina si è sottoposto alle domande di Bruno Vespa.
Vestita interamente di bianco, niente giacca, maglia e pantalone, tacco alto. Postura informale, ma piglio come sempre deciso e volitivo, il premier tocca tutti i temi caldi della politica nazionale ed estera: dalle accuse delle opposizioni di autoritarismo, all’Autonomia, al Pnrr, Mes e guerra in Ucraina. Meloni però, quasi in apertura di intervista, affronta lo sconcertante caso di cronaca che ha sconvolto l’Italia, ovvero la morte di Giulia Tramontano, incinta al settimo mese e uccisa per mano del suo compagno: “Quella di Giulia Tramontano “e’ una vicenda che mi ha lasciato senza fiato. Ho chiamato la madre di Giulia, da madre. Quando accadono queste cose la prima cosa che faccio e’ sempre pensare alla mamma, mi ha scioccato per la storia del bambino che aveva in grembo”.
Lasciata da parte la cronaca drammatica, l’intervista torna sui temi politici. “Riusciremo ad avere la terza rata del Pnrr? Sì. Stiamo facendo un lavoro molto lungo e preciso, sono stati già verificati gli obiettivi qualitativi, ora si stanno verificando quelli quantitativi. Sono assolutamente ottimista. Ci stiamo occupando, entro il 31 agosto di quest’anno, di lavorare con la Commissione per rivedere alcuni obiettivi del Pnrr, per inserire il capitolo molto strategico del Repower EU, quello che si occupa soprattutto di sicurezza energetica”. E sulle accuse di autoritarismo e di mancata attenzione da parte del governo ai temi civili, più volte mosse dalle opposizioni e dal Pd, ecco come replica il presidente del Consiglio: “So che questa preoccupazione di Elly Schlein e’ reale, ma la voglio tranquillizzare, perche’ il centrodestra da sempre difende la liberta‘. La liberta’ delle famiglie, delle imprese. Se il nuovo corso del Pd e’ andare dritti con la strategia che li ha portati alla sconfitta elettorale… Se loro vogliono andare avanti cosi’, posso anche essere contenta…”.
E poi aggiunge ancora: “Ci si aspettava una destra incapace, impresentabile a livello internazionale, una destra che avrebbe fatto molti passi falsi, isolata a livello internazionale, che avrebbe fatto crollare i mercati: tutto questo non è accaduto”. L’intervista con Bruno Vespa prosegue, e arriva sui temi legati a Mes, Autonomia e Riforma: “Il Mes e’ uno stigma, uno strumento che rischia di bloccare le risorse che invece potrebbero essere utilizzate. Non e’ forse questo il dibattito da aprire? Sull’autonomia, non mi stupisce che quelli che la contestano di più siano anche quelli che, per esempio, non sono riusciti a spendere i fondi europei“, ha aggiunto. L’autonomia “non è togliere a una Regione per darne a un’altra: è il principio secondo il quale se la Regione utilizza particolarmente bene le proprie risorse, io prendo in considerazione la possibilità di darti altre materie da governare, in un rapporto bilaterale tra lo Stato centrale e la regione”.
“Sulla riforma abbiamo avviato un confronto: non mi sono presentata con un modello, non dobbiamo copiarne uno dall’estero, possiamo trovarne uno nostro. Ho due obiettivi irrinunciabili, due priorità: chi governa lo decidono gli italiani, non il palazzo, quindi dando attenzione e riconoscere il voto delle urne, ci deve essere l’elezione diretta. Poi serve la stabilità del governo”. Quasi in fondo all’intervista, arrivano da parte del padrone di casa, le domande sul conflitto che si combatte in Ucraina e sull’appoggio che il nostro Paese proseguirà a mantenere: “Siamo stati tra le nazioni più serie, sono molto fiera di questo. Nel sostenere l’Ucraina non sosteniamo solamente il diritto di un popolo di essere libero, ma sosteniamo noi stessi per svariate ragioni. Non è vero che se gli ucraini si arrendessero o se la Russia vincesse, la guerra finirebbe: anzi, avremmo la guerra più vicina a casa nostra. Sono assolutamente convinta di quello che stiamo facendo, nell’interesse nazionale italiano. Voglio governare un’Italia che cammina a testa alta nella storia, che sia credibile, affidabile e in grado di difendere i suoi interessi nazionali”.
Poi, prima di salutare e congedarsi dalla platea che più volte ha applaudito alle sue risposte, Meloni dà uno dei titoli di questa lunga intervista col conduttore Rai: “Dopo sette mesi al governo trovo che sia un’Italia che vuole riprendersi il suo ruolo. Questa è la cosa più importante per me, perché io ho visto un’Italia rassegnata a essere fanalino di coda e ad andare in giro col cappello in mano, a chiedere sempre ‘scusa, ‘permesso, ‘per favore’. Oggi vedo un’Italia che, lavorando con orgoglio e determinazione, capisce che c’è uno spazio per tornare a essere la nazione che siamo. Rimetteremo in piedi l’ Italia”.