Domani, domenica 11 giugno, nel comune di San’ Antimo in provincia di Napoli si terranno i funerali di Giulia Tramontano. In forma assolutamente privata. Dopo tanto clamore e dolore, arriva la richiesta della famiglia della povera ragazza uccisa al settimo mese di gravidanza
Il clamore ha dominato sin dall’inizio questa vicenda drammatica, che ha distrutto per sempre un’intera famiglia e ha sconvolto l’Italia.
Per qualche ora però i genitori di Giulia Tramontano, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio della giovane donna al settimo mese di gravidanza, esigono silenzio e rispetto. Si terranno infatti domani 11 giugno a San’Antimo, il comune in provincia di Napoli, i funerali della ragazza barbaramente massacrata, da almeno 37 coltellate, come è emerso dall’esame autoptico svolto ieri sul corpo di Giulia. Sant ‘Antimo dunque si prepara a commemorare mamma e figlio “strappati all’amore dei propri cari”. Nel manifesto funebre apparso per le strade, accanto alla foto sorridente della 29enne c’è anche il nome di Thiago, il bambino che sarebbe nato tra meno di due mesi, e per il quale era già stato comprato il corredino.
I genitori di Giulia, Loredana e Franco, i fratelli Chiara e Mario, i parenti e gli amici si ritroveranno per la cerimonia nella parrocchia di Santa Lucia. Un post apparso sulla pagina Facebook del primo cittadino Massimo Buonanno, parla di cerimonia strettamente privata. “Si chiede la massima osservanza di tale volontà ad ulteriore riprova della vicinanza e dell’affetto che l’intera comunità ha già sentitamente dimostrato”. L’abbraccio, virtuale, a Giulia e Thiago arriverà quindi a meno di 48 ore dalle indagini sul corpo lacerato della ragazza. Nessun segno di difesa. La donna con ogni probabilità è stata sorpresa alle spalle da Alessandro Impagnatiello, che invece aveva raccontato di averla colpita “due o tre volte”, per farla smettere di soffrire dopo che la stessa Giulia, sempre secondo la ricostruzione manipolatoria dell’uomo, aveva tentato di infliggersi tagli sulle braccia. E invece no, le cose, come investigatori e inquirenti avevano ampiamente immaginato, non sono andate così. Il corpo di Giulia ha parlato, l’autopsia ha fugato ogni dubbio in questa chiave.
37 coltellate, due letali al collo, una ha reciso la carotide. I fendenti hanno raggiunto quasi tutte la parte superiore del corpo. Una ferita al volto, sopra il sopracciglio, un’altra ancora ha perforato il polmone. Non risulterebbero coltellate all’addome. Anche Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia Tramontano era arrivato ieri all’Istituto di Medicina legale di Milano dove si è svolto l’esame autoptico ad opera di due i medici incaricati, tra questi il professore Genitlomo. Il fuoco, appiccato due volte nel tentativo di disfarsi del corpo da parte di Impagnatiello, ha provocato ustioni molto estese; ha coperto le tracce, a cominciare dalle macchie ipostatiche, e alterato i tessuti. “Le operazioni dei periti sono appena iniziate e dureranno sicuramente alcuni giorni. Nessuna ipotesi può essere ancora avanzata o formalizzata in una contestazione che poi deve condurre Impagnatiello in corte d’Assise con il massimo delle aggravanti“. Queste erano state sempre ieri le parole dell’avvocato Cacciapuoti, “