Il ministro delle Imprese e del ‘Made in Italy’, Adolfo Urso, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa” dove si è voluto soffermare su vari argomenti
In questo ultimo periodo di sta parlando molto di un importante calo da parte della produzione industriale. I numeri, a dire il vero, parlano fin troppo chiaro. A quanto pare, però, a tutto questo c’è una spiegazione. La stessa che viene fornita da parte di Adolfo Urso. L’attuale ministro delle Imprese e del ‘Made in Italy‘ ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa” dove ha rivelato il proprio pensiero. In merito a questa vicenda, però, non è minimamente preoccupato per questi numeri. Anche perché è pienamente convinto che ci sarà una pronta risalita.
Queste sono alcune delle sue dichiarazioni in merito a questo argomento: “Il calo della produzione industriale? Credo che il tutto sia dovuto a dei fenomeni esterni come la coda del caro energia che ha colpito maggiormente i settori energivori. Tra questi proprio il legno e la carta. Senza dimenticare l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce. Secondo quanto riportato da alcuni pare che questi numeri siano cresciuti troppo velocemente“. Tutto questo, però, secondo lo stesso Urso avrebbe determinato un impatto significativo sull‘inflazione, sui consumi e soprattutto sul sistema produttivo.
Produzione industriale, netto calo: per Urso nessun allarme
Investimenti sempre più a rilento in merito a questo importante argomento. Senza dimenticare la doppia notizia che è giunta negli ultimi giorni: ovvero quella riguardante la produzione industriale e l’altra quella dell’Eurostat. In merito a ciò Urso ha continuato: “La produzione industriale ha avuto una ulteriore contrazione rispetto a quella registrata nei mesi precedenti. Mentre l’altra tende a riguardare tutti i fattori che con grande sorpresa degli osservatori internazionali assegna all’Italia il ruolo di locomotiva della crescita in Europa.

Perché nei primi mesi dell’anno in termini di Pil complessivo siamo cresciuti più di tutte le grandi potenze occidentali, non solo la Francia e la Germania ma anche Giappone e Stati Uniti D’America”.