Un volto storico di Mediaset e del Milan del Cavaliere lo ricorda con affetto: “Gli volevo bene, non so se riuscirò ad andare alla camera ardente, non so se ce la faccio…”
“Un mito, una persona che aveva la magia addosso e riusciva a trasmetterla agli altri. Si dice che tra il folle e il genio la differenza sia il successo, Berlusconi era tutto e sono stato davvero fortunato, come tifoso, giornalista e uomo ad averlo incontrato nel percorso della mia vita…“. Parole cariche d’affetto quelle dello storico giornalista Mediaset e del Milan Carlo Pellegatti esprime a Notizie.com.
La voce del giornalista è sommessa e piena d’amarezza: “E’ un giorno brutto, volevo bene a Silvio Berlusconi, so che tanti non lo apprezzavano, ma noi che lavoravamo a Mediaset e che siamo tifosi del Milan, abbiamo solo ricordi meravigliosi. Una persona che sorrideva sempre, quando il dottore arrivava a Milanello, si perché per me era e sarà sempre il dottore, non l’ho mai chiamato presidente a parte in qualche intervista, era sempre una festa. A lui piaceva parlare con noi giornalisti, e di tutto“.
Quando arrivò Silvio Berlusconi al Milan tutto cambiò e il giornalista non lo nega affatto anzi “dopo anni bui tutto si trasformò come in una magia e vinse di tutto e di più“. Per Pellegatti il Cavaliere è stata una persona straordinaria, tanto che ammette: “Gli volevo bene, devo essere sincero sono stato fortunato come giornalista, tifoso del Milan e soprattutto come uomo ad averlo incontrato“. Con lui tanti ricordi, anche se Pellegatti conserva gelosamente un frammento e una frase di Berlusconi nei suoi confronti: “Su di me disse una cosa che conservo nel mio cuore, dopo la finale col Boca, disse ‘Carletto fa parte del nostro Milan, è un valore aggiunto del Milan‘, ma tante altre cose“.
Pellegatti l’ha intervistato tante volte: “Quando lo intervistavi dovevi guardarlo negli occhi, era lui stesso che lo chiedeva perché aveva il timore di distrarsi. Se porto sempre la cravatta, lo devo a lui, un giorno mi disse: Carlo quando vai in tv devi sempre avere la cravatta, perché quando vai in casa degli italiani devi andare come se andassi in un salotto dove ci sono amici e comportarti come tale. Un maestro, una persona incredibile. Amava la vita, la bellezza ed era sempre sorridente. Una persona molto educata, molto rispettosa del lavoro e generosa. Chi l’ha conosciuto gli ha voluto sempre bene e sempre gliene vorrà”