Berlusconi, Sacchi: “Gli sarò eternamente grato, in me ha visto qualcosa che nessuno, e dico nessuno aveva visto. Era un vero genio”

Commosso e amareggiato per la scomparsa del Cavaliere che lo portò ad allenare il Milan contro tutti: “Quando ci conoscemmo mi disse: lei è la persona giusta per costruire la squadra più forte del mondo, gli risposi: o è un pazzo o un genio, poi tutti sanno come è andata”

Addolorato, commosso ma anche esausto perché da oggi il suo telefono non fa che squillare. Silvio Berlusconi non c’è più, un mito del nostro tempo, una persona che fa parte della storia dell’Italia. E Arrigo Sacchi è diventato quello che è diventato grazie anche e soprattutto al Cavaliere che in lui ha visto qualcosa che altri non avevano visto. Il Milan di Sacchi è stato leggendario ed ha cambiato la storia del calcio. Il mister questo lo sa bene, risponde al telefono con un filo di voce, con la voce commossa e stanca perché è da oggi che non fa che rispondere e ricordare l‘Uomo che gli ha cambiato la vita. “Lo sa che non è facile? E’ da oggi che parlo, sono stanco, ma non perché non ce la faccio più, solo che ricordare, parlare di una persona a cui hai voluto bene e a cui devi tutto non è facile“, dice Arrigo Sacchi mentre risponde al telefono a Notizie.com.  

Il trionfo
Era il 24 maggio del 1989, il Milan di Sacchi e Berlusconi vinse la coppa dei Campioni (Twitter Notizie.com)

Il momento non è semplice, ma alla fine l’ex tecnico con piacere e con dolore ricorda ogni cosa, ogni frammento di quello che è stato. “Berlusconi era un generoso. È stato un grande uomo, qualsiasi cosa si mettesse a fare, dal cinema, alla politica, all’industria, allo sport la faceva bene e con successo perché aveva la conoscenza e il coraggio, quello di rischiare, ma quando lo faceva sapeva bene che avrebbe vinto. E io ne sono una delle tante dimostrazioni.  Non potrò che essergli eternamente grato per la stima e la fiducia che ha riposto in me. Il giorno che ci siamo conosciuti, non era a Milanello, lui mi disse: voglio costruire la squadra più forte del mondo, lei è la persona giusta. Io ci credetti, anche se si poteva pensare che solo un pazzo o un genio poteva credere in uno che, fino a quel momento non avesse fatto granché, ma alla fine tutti sanno come è andata e quello che è accaduto…”.

“Gli volevo bene, quel Milan è immortale, come Silvio Berlusconi”

L'incontro
Arrigo Sacchi e Silvio Berlusconi mentre erano ospiti da Bruno Vespa (Ansa Notizie.com)

Arrigo Sacchi non si ferma più, ormai ha preso il via e va avanti senza che si riesca a fermare: “Era convinto di riuscire a formare un gruppo di giocatori che vincessero e che allo stesso tempo giocassero a pallone in modo diverso dagli altri. Voleva semplicemente diventare la squadra più forte del mondo in un certo modo, bello e affascinante, e ci è riuscito. Quando me ne parlò, ci credevo quanto lui, i giocatori all’inizio non fu facile, ma dopo ho capito che dovevamo fargli capire quanto era possibile riuscire ad arrivare a quello che avevamo in mente. E devo dire che è stato grazie a lui che abbiamo acquisito una mentalità vincente, quella che prima non avevamo. Siamo diventati una squadra vera e imbattibile in quel periodo. Era quello che voleva Berlusconi, era la visione che aveva avuto quando pensò a me”.

Una cavalcata eccezionale, poi sacchi diventò il genio del calcio, colui che, con le sue idee, aveva cambiato il gioco e gli altri si dovettero adeguare in breve tempo, ma Sacchi a Notizie.com sottolinea: “Fu lui che vide tutto in anticipo, per questo non potrò che ringraziarlo a vita. La cosa bella, quella che ancora oggi resiste è che il Milan non ha regalato solo risultati e trofei ma ha dato emozioni anche a persone che non erano del Milan. E Berlusconi è stato importante perché è stato il primo a crederci. All’inizio, dopo i primi risultati non brillanti, gli dissero di cacciarmi, ma lui venne da me e mi tranquillizzò dicendomi: vada avanti, lei è il migliore di tutti, io credo in lei. Poi è successo quello che è successo. Quel Milan è immortale, come Silvio Berlusconi”

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