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Curiosità

‘Collezionisti di nuvole’ di Sergio Tardetti: la recensione

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Arianna Di Pasquale

Recensione a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Qui l’autore travalica il concetto ordinario “eternità”, alla quale dà un senso differente sin dal titolo di questa sua nuova opera

La poesia è una sorta di perenne riparazione, una lotta contro l’evanescenza del tempo. Ho letto e leggo sempre molto poesia. Molto più della metà del tempo dedicato alla lettura lo passo in compagnia dei versi. Ci sono libri che – in determinati momenti – ci danno spinte più forti di altri. Sicuramente uno dei più significativi che mi sia capitato tra le mani in questo periodo è la nuova raccolta di poesie di Sergio Tardetti, “Collezionisti di nuvole”, pubblicata da Bertoni Editore è in vendita a 15 euro. Qui l’autore travalica il concetto ordinario “eternità”, alla quale dà un senso differente sin dal titolo di questa sua nuova opera, all’interno del quale sono compresi i poeti, coloro per cui “solo la vita ha senso se è speranza. / Solo di lei non hanno mai abbastanza”.

Sergio Tardetti, autore di ‘Collezionisti di nuvole’ – Notizie.com

E’ nelle nubi – in quel mare che esse rappresentano, così ben descritto nella pittura da artisti quali Friedrich, Sisley, Courbet ed elemento fondante del cielo “che è una storia scritta con l’alfabeto delle nuvole” – che il poeta perugino di nascita, eugubino d’adozione, costruisce un viaggio: smarrendosi, per poi alfine ritrovarsi in esse, che per loro natura e composizione sono “un sogno ambiguo” tale da definire la futilità e l’ineluttabilità dell’esistenza. (dalla prefazione di Bruno Mohorovich). Questa raccolta di poesie, è una strada attraverso la quale il lettore assapora temi unici e irripetibili che offrono spunti di riflessione, approfondimento e introspezione personale. Qui le poesie sono come petali di un fiore variopinto che assorbe e riflette i colori delle emozioni; sono un po’ come l’amico del cuore che ci fa compagnia di notte quando il mondo esterno tace, ma quello interno è in subbuglio. Sono carezze sul viso, incitamento per l’anima e ali per il nostro corpo perché riescono a rompere le catene della proibizione e della negativa essenza delle cose portando il cuore a riempirsi anche di meravigliosi sogni.

‘Collezionisti di nuvole’ di Sergio Tardetti – Notizie.com

L’autore Sergio Tardetti è nato a Perugia nel 1950. Laureato in ingegneria elettronica vive a Gubbio dove ha insegnato informatica presso l’Istituto Tecnico Sperimentale “Maria Letizia Cassata”. Ha pubblicato con la Bertoni Editore la silloge poetica “Ritratti di Sconosciuti” nel 2018, l’opera di narrativa “Due racconti” nel 2019 e la raccolta di poesie dialettali “La mia Perugia” nel 2020 con la quale ha ottenuto il primo premio al concorso letterario “Fulgineamente 2021”. Nel 2022ha ottenuto il premio per il terzo posto nel primo contest poetico “La ritmica dell’anima” e quello per il terzo posto nella quarta edizione del concorso “I colori delle Parole”. Ha vinto il Premio di poesia in dialetto perugino “Tosello Silvestri”, edizione 2022. Nel 2023 ha vinto il 31′ concorso premio “Pio Benedetti”. È, inoltre, autore di poesie e racconti pubblicati in numerose antologie. Collabora con Bertoni Editore anche in qualità di curatore della collana di poesia “Emergenze”.

Nella poesia “La vita”, ci dice che per lui l’esistenza è molto più che giorni e notti: è il volo che attraversa l’aria, il viaggio da infinito ad infinito, l’avventura di ogni giorno. Questa splendida silloge è un’esplosione di emozioni intense: ogni poesia è colma di dolcezza e consapevolezza date da una profonda introspezione. Il tema principale è l’amore, decantato in maniera soave e coinvolgente. Questi luminosi e musicali versi sono carezze che accompagnano e restano nel cuore del lettore. Lo consiglio assolutamente. Il libro mi ha trasmesso moltissime emozioni e mi sono rispecchiata in alcuni versi. Ho apprezzato molto anche lo stile dell’autore e la sua elevata sensibilità. Una bellissima scoperta.

‘Collezionisti di nuvole’ di Sergio Tardetti – Notizie.com

I librai dovrebbero tenere almeno un volume di poesia in vetrina. Gli editori dovrebbero promuovere di più i libri in versi. Le scuole medie e superiori potrebbero invitare i poeti e pagarli per le loro lezioni. La televisione potrebbe chiedere ai poeti quello che troppo spesso viene chiesto solo ai giornalisti.. Magari così molte cose funzionerebbe meglio. Serve portare la poesia in ambiti dove di solito non lasi incontra: immaginate leggerne una al benzinaio che ci fa il pieno, al barista che prepara il caffè. E sarebbe bello usare la rete per mandare in giro componimenti ad amici e amiche. La poesia va portata nelle carceri, negli ospizi, nelle chiese, di ogni confessione, va portata al cinema, in televisione, negli ospedali, perché ogni momento della giornata è buono per metterci dentro qualche verso.

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Arianna Di Pasquale