Il Tribunale Nazionale Federale non è soddisfatto della linea difensiva portata avanti dal tecnico e lo rinvia a giudizio
Niente da fare per José Mourinho. Nessuna scusa a Chiffi, nessun ripensamento e nessun passo indietro rispetto alle dichiarazioni pesanti rese nei confronti del direttore di gara di Monza-Roma. Lo Special One andrà a processo davanti al Tribunale Nazionale Federale, senza se e senza ma.
Si pensava si potesse trovare un accordo tra il Tribunale Federale e il tecnico della Roma, almeno questi erano i buoni propositi dello stesso allenatore, ma non è andata come previsto anzi dal punto di vista procedurale è andata decisamente peggio. Già perché la proposta di patteggiamento presentata dai legali dell’As Roma e dello stesso tecnico portoghese non è stata accettata, né tanto meno ritenuta idonea e le accuse all’arbitro Chiffi saranno valutate il prossimo 22 giugno davanti ai giudici del Tribunale.
Il comunicato diffuso dalla Federcalcio non ammette repliche di nessun genere: “Il Tribunale Federale Nazionale, presieduto da Carlo Sica, riunitosi oggi in relazione al deferimento del tecnico della Roma José Mourinho, non ritenendo congrua l’ipotesi di patteggiamento presentata, ha rinviato l’udienza a giovedì 22 giugno al fine di consentire alle parti di trovare un nuovo accordo. Il tecnico giallorosso era stata deferito in merito alle dichiarazioni rilasciate nei confronti dell’arbitro Daniele Chiffi al termine della gara dello scorso 3 maggio tra Monza e Roma.
Le parole di Mourinho erano state abbastanza pesanti alla fine della gara di campionato tra Monza e Roma. “È il peggiore che abbia incontrato nella mia carriera, mai mi sono trovato in una situazione del genere con un direttore di gara“, disse il tecnico portoghese. Parole che non sono piaciute, talmente erano state prese male che venne chiesto a Mourinho di scusarsi pubblicamente. Cosa, questa, che José si è ben guardato dal fare.